Berlusconi si addormenta al Quirinale (foto)


Foto: LaPresse

Berlusconi show al Quirinale dopo la pennichella

Roma, 20 dic. (LaPresse) – Seduto accanto ai ministri Passera e Severino, l’ex premier Silvio Berlusconi, si è appisolato più volte durante il discorso del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Quirinale, in occasione della cerimonia per lo scambio di auguri di Natale e Capodanno tra le alte autorità dello Stato. Parlando con i giornalisti, però, ha ritrovato la sua verve di sempre, con maggiore serenità, come confermato da lui stesso: “Non sapete il piacere che dà ora vedere i giornali. Scorro le prime pagine, magari uno lo leggo – ha raccontato -. Con le agenzie non ho mai avuto problemi, si attengono ad un principio di obiettività. Mi piacerebbe un giorno organizzare una conferenza stampa solo per le agenzie”. Sempre in tono scherzoso, Berlusconi ha confessato che ora viaggia “su aerei più belli di quelli di Stato”.

Parlando di argomenti seri, l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a chi gli chiede se condivide le parole del presidente della Repubblica, quando dice che il governo Monti non è una democrazia sospesa, ha detto: “Condivido, è così, ma è una cosa anomala rispetto al normale svolgimento della legislatura”. “La legge elettorale deve essere modificata – ha aggiunto l’ex premier -. C’è un referendum vediamo cosa dice la Corte ma mi pare che da parte dei cittadini ci sia la voglia di poter scegliere direttamente il proprio candidato”. Circa la possibilità di uscire dalla crisi economica, Berlusconi ha detto: “Dipende dall’Europa e dall’euro, abbiamo limitate possibilità di soluzione. Però se ce la mettiamo tutta e tutti insieme si deve uscire da questa situazione”.

Dopo aver annunciato che domani avrà una colazione di lavoro con Monti, insieme a Gianni Letta, Berlusconi ha confessato di “non aver sofferto a lasciare palazzo Chigi. Io non ho mai avuto passione per la politica, però mi dispiace per la situazione dell’Italia: sono preoccupato”. Sul tema più scottante delle ultime 48 ore, quello della possibile modifica dell’Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, Berlusconi ha detto: “Ci sarebbe stata la rivoluzione” se il centrodestra avesse proposto una modifica del mercato del lavoro e dell’articolo 18. “Se certe cose le fa la sinistra – ha aggiunto – ci sono solo lamentele”. In merito alla norma sulla tracciabilità dei pagamenti oltre i mille euro, prevista dalla manovra, ritiene che “mille euro, che poi sono 999 euro” siano “troppo poco e lo dirò a Monti”.

Pubblicato il 20 dicembre 2011

SINDACATI DELUSI DA INCONTRO CON MONTI, SCIOPERO CONFERMATO

I sindacati: manovra senza equità Monti replica: "C'è emergenza"

I sindacati: manovra senza equità. Monti replica: “C’è emergenza”

Cgil, Cisl, Uil e Ugl “delusi” dopo l’incontro confermano lo sciopero generale. Comunicato del governo che ribadisce l’intangibilità dei saldi della manovra. Astensione dal lavoro di tre ore. Pensioni, tetto cash sale a 980 euro

ROMA – Lo sciopero generale è confermato. Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella lo hanno annunciato alla conclusione dell’incontro con il presidente del Consiglio Mario Monti  a Palazzo Chigi. Un incontro informale ottenuto in extremis dai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl,  che hanno giudicato la manovra varata dal Governo come “iniqua” e “ingiusta”, in particolare per quanto riguarda le nuove norme sulle pensioni e la reintroduzione dell’Ici. Valutazioni respinte da Monti, che in un comunicato parla invece di “ascolto” da parte del governo, contesta la mancanza di equità, ma soprattutto ribadisce “l’estrema emergenza” in cui si trova l’Italia e blocca qualunque ipotesi di alterare i saldi di bilancio.

Giudizio negativo, invece, quello dei leader sindacali. Secca la segretaria della Cgil Camusso: “L’incontro si è concluso con un impegno un po’ generico a tener conto di quanto chiesto dal Parlamento e dai sindacati”, ha detto. Aggiungendo che “nessuna risposta è arrivata nel merito”. Stessi toni da Bonanni che insiste sulla mancanza di equità: “Monti ci ha detto che la condizione che vive il Paese è molto grave e bisogna agire rapidamente. Noi ne siamo convinti, ma le posizioni restano distanti perchè bisogna trovare soluzioni con senso di equità. Ci vuole ancora più equità”. E Angeletti taglia secco: “Incontro del tutto insoddisfacente”.

Lo sciopero generale – tre ore a fine turno, ad esclusione del personale dei trasporti pubblici e dei servizi essenziali che protesteranno lunedì prossimo – dunque ci sarà. Ma lasciano aperte successive polemiche i toni con i quali i vertici dei sindacati hanno commentato l’incontro. Sostanzialmente hanno spiegato di non aver ricevuto alcuna risposta. E Bonanni avverte: “Se si fa saltare la concertazione, si crea un grave danno al paese”. “Se sarà un percorso di guerra nei prossimi mesi – aggiunge – voglio capire chi dovrà provvedere alla coesione sociale nel paese, a stringere le persone, quelle che lavorano, intorno a un paese che ha bisogno di essere sostenuto. La politica sarà in difficoltà e dovrà ricorrere al voto di fiducia”.
Ma Palazzo Chigi nel comunicato sembra contestare i rilievi dei sindacati. “Il governo, si legge, ha fornito precisazioni e chiarimenti nell’intendimento di rappresentare dettagliatamente gli elementi di equità presenti nel decreto. La presentazione del governo ha preso le mosse dalla situazione di estrema emergenza finanziaria ed economica che ha investito il nostro paese all’interno della più vasta crisi europea. E’ stato ricordato che il decreto include solo i provvedimenti più urgenti, ma ad essi seguiranno altre misure per completare il processo delle riforme avviato”. E conclude che “il presidente del Consiglio ha osservato come il governo in questi giorni abbia ascoltato attivamente il Parlamento e questa sera i rappresentanti sindacali. Alla luce delle opinioni raccolte, il governo renderà note le sue determinazioni nel più breve tempo possibile”.


(lA rEPUBBLICA 11 dicembre 2011)

Tutti i numeri dell’evasione, dai gioielli alle auto di lusso

Lavoratori autonomi, proprietari di case e commercianti nel mirino

ROMA – Vale dieci volte la manovra del governo Monti. E quindi basterebbe non solo a evitare le lacrime di un ministro e di milioni di italiani ma anche a mettere per sempre in sicurezza i nostri conti pubblici. Stima l’Istat che in Italia in un anno l’evasione fiscale e il sommerso raggiungano i 275 miliardi di euro. È la stessa cifra che fattura l’industria mondiale del legno, oppure quella nazionale (ma fiorente) della corruzione russa. Tradotta in denaro sottratto al Fisco sono 120 miliardi, secondo il direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera. In media vuol dire che ogni contribuente nasconde allo Stato 2.093 euro, il 13,5% del proprio reddito, uno stipendio. Solo che anche in campo fiscale bisogna applicare la regola dei polli di Trilussa.
Pochi mesi fa l’ Herald tribune ha scritto che l’evasione è il nostro vero sport nazionale. E allora, come per tutti gli sport, si può fare un ritratto sociologico del Paese, vedere dove è praticato di più e da chi. Gli uomini evadono più delle donne, i giovani più degli anziani. E se il grosso del buco nero è al Nord in media quelli più furbi vivono al Centro. Ma la vera differenza sta nella fonte del reddito. Secondo il rapporto del gruppo di lavoro sulla riforma fiscale i veri campioni appartengono a due categorie: i lavoratori autonomi o gli imprenditori che dichiarano la metà del loro reddito reale nascondendo al Fisco più di 15 mila euro a testa. E, soprattutto, i proprietari di case, negozi e appartamenti che dalla dichiarazione tengono fuori oltre l’80% delle loro entrate, quasi 18 mila euro ciascuno. Altro che i 2 mila euro a testa calcolati alla Trilussa. C’è poi un altro settore che fa venire qualche dubbio, il commercio. Queste non sono stime ma le dichiarazioni del 2008, ultimo anno disponibile per gli studi di settore. 

Le discoteche e i locali da ballo sono addirittura in perdita: dichiarazione media meno 6 mila euro. Sotto zero, e quindi sotto la soglia della povertà se non della fame, anche i centri benessere con meno 3.200 euro e gli impianti sportivi con meno 1.300. Ma anche chi qualcosa la guadagna è costretto a una vita monastica: i ristoratori dichiarano in media 13.800 euro, i parrucchieri 12.500, i gioiellieri 16.300. Tutti intorno ai mille euro lordi al mese. Come un ragazzo al primo contrattino che si porta il panino da casa. Possibile? Leggi il seguito di questo post »

Crisi, spendiamo tre milioni all’ora per la difesa:firmate l’appello di padre Zanotelli

per firmare http://www.ildialogo.org/appelli/indice_1314206334.htm

Malgrado l’assenza di supporto mediatico sono già settemila le adesioni, che continuano a ritmo incessante, all’appello contro la manovra finanziaria di Padre Alex Zanotelli, che chiede di tagliare drasticamente le enormi spese militari italiane e non i servizi sociali.

Di seguito il testo dell’appello.

In tutta la discussione nazionale in atto sulla manovra finanziaria, che ci costerà 20 miliardi di euro nel 2012 e 25 miliardi nel 2013, quello che più mi lascia esterrefatto è il totale silenzio di destra e sinistra, dei media e dei vescovi italiani sul nostro bilancio della Difesa. È mai possibile che in questo paese nel 2010 abbiamo speso per la difesa ben 27 miliardi di euro? Sono dati ufficiali questi, rilasciati lo scorso maggio dall’autorevole Istituto Internazionale con sede a Stoccolma (SIPRI). Se avessimo un orologio tarato su questi dati, vedremmo che in Italia spendiamo oltre 50.000 euro al minuto, 3 milioni all’ora e 76 milioni al giorno. Ma neanche se fossimo invasi dagli UFO, spenderemmo tanti soldi a difenderci!!

È mai possibile che a nessun politico sia venuto in mente di tagliare queste assurde spese militari per ottenere i fondi necessari per la manovra invece di farli pagare ai cittadini? Ma ai 27 miliardi del Bilancio Difesa 2010, dobbiamo aggiungere la decisione del governo, approvata dal Parlamento, di spendere nei prossimi anni, altri 17 miliardi di euro per acquistare i 131 cacciabombardieri F35. Se sommiamo questi soldi, vediamo che corrispondono alla manovra del 2012 e 2013. Potremmo recuperare buona parte dei soldi per la manovra, semplicemente tagliando le spese militari. A questo dovrebbe spingerci la nostra Costituzione che afferma :”L’Italia ripudia la guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali…” (art.11) Ed invece siamo coinvolti in ben due guerre di aggressione, in Afghanistan e in Libia. La guerra in Iraq (con la partecipazione anche dell’Italia), le guerre in Afghanistan e in Libia fanno parte delle cosiddette “guerre al terrorismo”, costate solo agli USA oltre 4.000 miliardi di dollari (dati dell’Istituto di Studi Internazionali della Brown University di New York). Questi soldi sono stati presi in buona parte in prestito da banche o da organismi internazionali. Il governo USA ha dovuto sborsare 200 miliardi di dollari in dieci anni per pagare gli interessi di quel prestito. Non potrebbe essere, forse, anche questo alla base del crollo delle borse? La corsa alle armi è insostenibile, oltre che essere un investimento in morte: le armi uccidono soprattutto civili. Leggi il seguito di questo post »

WikiLeaks: così il potere spia nel tuo pc

Aziende informatiche private. Che vendono ai governi i loro programmi per entrare nei computer dei cittadini. Rubando dati, infettandoli, controllandoli. Le ultime rivelazioni di WikiLeaks

di Stefania Maurizi

(08 dicembre 2011)

 Laptop che possono essere infettati da chiavette Usb apparentemente innocue e che non richiedono alcuna conoscenza informatica. Programmi che possono essere integrati nella rete di un Internet service provider in modo “da infettare i computer in massa”. Sono questi gli “untori” di dati che possono devastare i computer di un’azienda, un partito o un movimento politico.Nei nuovi “Spy Files”dedicati all’industria della sorveglianza elettronica, 23 dossier e video divulgati per la seconda settimana da WikiLeaks e pubblicati in esclusiva da “l’Espresso”, c’è un asso pigliatutto: si chiama FinFisher ed è un prodotto commercializzato da due giganti del settore che hanno stabilito una stretta collaborazione: l’inglese Gamma e la tedesca Elaman.

Niente sembra poter sfuggire a FinFisher: è una tecnologia capace di agire su computer e telefonini, che penetra gli scudi di firewall e antivirus, ed è capace di rubare qualsiasi informazione: dalle conversazioni via Skype alle chat, dai file stampati a quelli cancellati. Può essere installata direttamente nei computer attraverso dispositivi fisici, come le chiavette Usb, ma anche a distanza, attraverso file che infilano il micidiale cavallo di Troia “FinSpy”, “un Trojan professionale che è completamente invisibile e tutte le sue comunicazioni sono totalmente coperte”. Uno strumento per monitorare mafiosi, terroristi e criminali, certo. Ma che potrebbe finire nelle mani di chiunque.
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TUTTE LE 131 DONNE DEL CAVALIERE, MA LARA COMI SI DISSOCIA:”IO SONO DIVERSA”

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ICI, PAGHI ANCHE LA CHIESA: FIRMA L’APPELLO DI MICROMEGA

Chi lo desidera, oltre a firmare può condividere l’appello su Facebook e su Twitter.

«Presidente Monti, Lei chiede pesanti sacrifici ai cittadini, ma senza toccare i privilegi della Casta e della Chiesa. Chiediamo al suo governo di abolirli affinché vengano mantenute le promesse di equità». L’appello di MicroMega

(08 dicembre 2011)

Secondo un calcolo di parteammonterebbe a oltre sei miliardi di euro la cifra che ogni anno i contribuenti italiani spendono per finanziare in modo diretto o indiretto le attività della Chiesa Cattolica.I privilegi del Vaticano sono stati più volte al centro di inchieste anche dell’Espresso, come questa sulla misteriosa cresta realizzata sugli stipendi dei sacerdoti, o questa che cerca di fare il punto sulla quantità di voci che, in una fase di sacrifici per tutti cittadini, potrebbero forse essere riviste. Leggi il seguito di questo post »

Barnard: noi come l’Africa, venduti agli Avvoltoi finanziari

Paolo Barnard

«Voi persone per bene non capite cosa significhi trovarsi debitori di un Vulture Fund, di un avvoltoio. Siete abituati al volto del vostro cassiere all’Unicredit, al Monte dei Paschi. Anche tu, imprenditore, non sai come prende allo stomaco il fiato di un Ss finanziario quando lo devi ricevere nel tuo ufficio». E sarà inutile, dall’interno del “Lager economico Italia”, volgere lo sguardo al governo, ai sindacati, alle Regioni: il debito sovrano dell’Italia del default sarà stato trasferito, con decisione del Consiglio Europeo, sotto la giurisdizione britannica o dello Stato di New York. Per cui a Roma sarà la Notte dei Lunghi Coltelli: «Il resto delle “Ss finanziarie” del Fmi, della Ue dei tecnocrati alla Rompuy e Draghi, saranno impegnate a ripulire i palazzi governativi per sempre. Inutile neppure pensarci, a loro».

«Nulla di quanto è scritto di seguito è Fanta Horror», avverte Paolo Barnard il 1° dicembre dal suo avamposto web: «Dovete andare in Africa per sapere cosa vi aspetta». Proprio nell’Africa subsahariana è in corso la più grande macelleria sociale della storia. Lo scopo: depredare a morte i Paesi africani che stavano organizzando il proprio riscatto col New International Economic Order all’inizio degli anni ’70. Avvertenza: «I pacchetti di austerità di cui oggi si parla come “rimedio” alla crisi di credibilità dei nostri governi in Eurozona, furono disegnati, esattamente come si disegna un motore, 35 anni fa dal Fondo Monetario Internazionale». Allora non si chiamavano “austerità”, ma Saps: Structural Adjustment Programmes. Ovvero: «Tagli a tutto il settore pubblico e spesa pubblica, privatizzazioni, tasse, isteria da deficit, allungamento dell’età pensionabile, finanziarizzazione della società».

«Non li hanno cambiati di una virgola quei programmi», hanno solo pensato di rinominarli, chiamandoli “austerità”. «Oggi gli esecutori di questi crimini sociali in Europa rispondono ai nomi di Olli Rehn, Herman Von Rompuy, Draghi, Monti». Per Barnard, sono le nuove “camicie brune”, che spianeranno la strada alle “Ss finanziarie”. Incredulità? Meglio allora dare un’occhiata all’Africa. In Liberia, Ellen Johnson Sirleaf, la prima presidente-donna del continente nero, ha da tempo incontrato le “Ss finanziarie”: sei anni fa hanno impugnato il debito sovrano e privato della Liberia, e oggi stanno letteralmente uccidendo uno dei paesi più poveri del mondo. Chi sono, tecnicamente, i killer? «Sono i Vulture Funds, tradotto: i Fondi degli Avvoltoi», cioè «gruppi di speculatori specializzati in recupero crediti su scala gigantesca». Oggi in azione in Liberia. E domani? Leggi il seguito di questo post »

MASSONERIA, TUTTI I NOMI:LA CLAMOROSA INCHIESTA DI ANTONIO MAZZEO

LA CLAMOROSA INCHIESTA DI ANTONIO MAZZEO: TUTTI I NOMI DEGLI AFFILIATI DELLA GRAN LOGGIA AUSONIA DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO. QUEL ‘BACINO ELETTORALE DIETRO CUI STAGLIEREBBE QUALE PROMOTORE E ARTEFICE IDEATORE IL SENATORE DOMENICO NANIA’…

Uno spaccato di piccola e media borghesia siciliana. C’è l’anziano politico buono per tutte le stagioni; il sindaco, l’assessore e il consigliere comunale; il medico condotto e il chirurgo affermato; l’avvocato penalista, il consulente finanziario e il commercialista; il dirigente di un grande ente statale; il preside, l’insegnate di ruolo e quello precario. “Fratelli” e “sorelle” e qualche cognato, tutti devoti del Grande Architetto dell’Universo. I riti esoterici vengono consumati tra squadrette, compassi, cappucci, spade, pavimenti a scacchiera, candelabri, teschi e casse da morto nell’oscurità di un anonimo appartamento alla periferia di Barcellona Pozzo di Gotto, centro tirrenico della provincia di Messina. È in questo “tempio” dello spirito e dell’intelletto che il 25 ottobre del 2009 si presentano funzionari ed agenti della polizia di Stato. Anch’essi, come ogni comune profano, devono transitare da una lugubre stanzetta di “meditazione e purificazione” dove ad una parete è affissa una falce e un cartello che ammonisce: «Se tieni alle distinzioni umane, vattene». Gli agenti hanno l’ordine di sequestrare l’elenco degli iscritti, lo statuto e i verbali delle riunioni svolte all’interno della loggia massonica che vi è ospitata, l’“Ausonia”, indipendente dalle obbedienze che popolano la sin troppo litigiosa frammassoneria italiana. A ordinare il blitz, i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Messina, Angelo Cavallo e Giuseppe Verzera, che ipotizzano la violazione dell’articolo 2 comma 2 della legge 25/1982, la cosiddetta “Spadolini-Anselmi” che vieta le associazioni segrete, approvata dopo lo scandalo della superloggia P2 di Licio Gelli. Leggi il seguito di questo post »

14 luglio: Wildgretapolitics aderisce allo sciopero dei blog

Per la prima volta nella storia della Rete i blog entrano in sciopero.
Accadrà domani, 14 luglio, con una giornata di rumoroso silenzio dei blog italiani contro il disegno di legge Alfano, i cui effetti sarebbero quelli di imbavagliare l’informazione in Rete.
Il cosiddetto obbligo di rettifica, pensato sessant’anni fa per la stampa, se imposto a tutti i blog (anche amatoriali) e con le pesanti sanzioni pecuniarie previste, metterebbe di fatto un silenziatore alle conversazioni on line e alla libera espressione in Internet.

Domani 14 luglio

dunque, invece dei consueti post, i blog italiani metteranno on line solo il logo della protesta, con un link al manifesto per il Diritto alla Rete: http://dirittoallarete.ning.com. Sul network verrà pubblicato inoltre uno slideshow di tuti i blogger imbavagliati che hanno aderito.

L’iniziativa prevede anche un incontro-sit in piazza Navona a Roma, alle ore 19 di martedì 14 luglio, e un simbolico imbavagliamento sia dei blogger presenti sia della statua simbolo della libertà di espressione, quella del Pasquino.

Hanno aderito all’iniziativa blogger di ogni area politica (ma anche non politici) ed esponenti di diversi partiti e associazioni.

Tra gli altri: Ignazio Marino, Vincenzo Vita, Mario Adinolfi e Francesco Verducci (Pd); Antonio Di Pietro (Idv): Pietro Folena (Partito della Sinistra Europea); Amici di Beppe Grillo di Roma, Calabria e Taranto; Articolo 21; Sinistra e Libertà; Per il Bene Comune; Partito Liberale Italiano (PLI).

Hanno aderito a titolo personale anche Giuseppe Civati, Sergio Ferrentino, Massimo Mantellini, Alessandro Robecchi, Claudio Sabelli Fioretti, Ivan Scalfarotto, Luca Sofri, Marco Travaglio e Vittorio Zambardino.

Anche alcuni parlamentari della maggioranza (come Antonio Palmieri e Bruno Murgia), seppur non verranno in piazza, hanno espresso la loro contrarietà alla norma imbavaglia-Rete presente nel ddl Alfano.

Sarà in piazza Navona anche il professor Derrick de Kerckhove, guru della Rete e docente all’Università di Toronto. Verrà infine annunciata la costituzione della “Consulta permanente per il Diritto alla Rete”: avrà l’obiettivo di aprire un tavolo di confronto tra il mondo della Rete e la politica, che tenga conto della libertà di espressione e di informazione, e soprattutto delle necessità di chi la Rete la vive ogni giorno come utente e cittadino.

Diritto alla Rete

http://dirittoallarete.ning.com/

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