REGIONALI LAZIO, IL 20 APERTURA CAMPAGNA ELETTORALE IDV: DI PIETRO, BONINO,TRAVAGLIO

Stefano Pedica

20 FEBBRAIO ORE 9,30-PALAZZO DELLA CONFINDUSTRIA ALL’EUR

L’INCONTRO è APERTO A TUTTI

SONIA ALFANO, LEOLUCA ORLANDO, ANTONIO DI PIETRO, STEFANO PEDICA, NICCOLO’ RINALDI, EMMA BONINO E TANTI ALTRI DEPUTATI IDV E FORSE LUIGI DE MAGISTRIS, BORSELLINO, GENCHI, TRAVAGLIO.

PRESENTI TUTTI I CANDIDATI DELL’ITALIA DEI VALORI ALLE REGIONALI DEL LAZIO

OBBLIGATI AD AMARLO

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Di Wildgreta

Nella surreale discussione che si è sviluppata in seguito all’attentato a Silvio Berlusconi, crea sconcerto che il PDL abbia colto la palla al balzo per indicare come mandanti dello squilibrato Tartaglia, una lista di oppositori del premier e del suo governo che si allunga di ora in ora: siamo partiti da Di Pietro, poi si è aggiunto Ingroia, e poi come un’onda da campionato di surf, ecco Travaglio, Borsellino, Facebook, Internet, Rosy Bindi, l’intera opposizione , i quotidiani nemici del governo, Annozero, l’Espresso, i partecipanti al No berlusconi Day (90.ooo per la questura, un milione per gli organizzatori), eccetera, eccetera. Tutte queste persone, per il solo fatto di opporsi a Berlusconi e al suo governo, sarebbero per il PDL, i “mandanti dell’attentato”.

E’ un vero peccato che finora “nel clima di odio scatenato da certi poteri e da certi politici”, siano stati colpiti solo alcuni extracomunitari  in terre leghiste, perchè se invece fosse stato colpito un leader dell’opposizione, anche di secondo piano,  per mano di uno squilibrato qualsiasi, forse non saremmo qui a difenderci dall’accusa di essere un po’ tutti noi “I mandanti” dell’attentato al premier.

Personalmente condanno la violenza, qualunque tipo di violenza e trovo gravissimo che il Presidente del Consiglio non possa fare a meno dei bagni di folla, con tutti i rischi che questi comportano. Nella storia sono centinaia le persone famose colpite da squilibrati, ma mai le idee sono state  indicate come mandanti dei tanti squilibrati che si sono scagliati contro personaggi famosi.

Perchè allora si dovrebbe dare ragione a Di Pietro, quando ribalta il concetto dicendo che è stato lo strapotere arrogante del premier a provocare una reazione sconsiderata nella mente di uno squilibrato.Ma qui non vogliamo dare ragione a Di Pietro, per il semplice motivo che quella sua frase ha dato il là ad un dibattito dall’evoluzione paradossale, che potrebbe portare ad una ulteriore restrizione della libertà di espressione .Una frase inutile, o perlomeno detta  male, che ha servito su un piatto d’argento un’arma fantastica al Pdl.

Tanto che la sceneggiata è continuata oggi alla Camera, quando il PDL ha lasciato sdegnosamente l’aula,mentre  prendeva la parola Di Pietro. Il PDL può tollerare i 100.00 fucili di Bossi, ma non le parole di Di Pietro.Può tollerare l’odio razziale di Gentilini, ma non le parole di Di Pietro. Può tollerare Noemi, le 50 ragazze, lo scandalo Tarantini, i parlamentari inquisiti o già condannati, ma non Di Pietro. Il PDL oggi si è rifatto il look: da partito che ha azzerato il parlamento a suon di fiducia,  ha assunto le sembianze di una timida debuttante che arrosisce per una parola troppo volgare per la  sua età e il suo status.

Avevamo visto i nani, ora, finalmente, sono arrivate le ballerine.

autore Wildgreta-15 dicembre 2009

Manifestazione “Agenda Rossa”, il video:Quello che i tg non hanno mostrato

Ecco il video della marcia delle agende rosse, manifestazione che si è svolta a Roma il 26 settembre 2009.Nessuno ne ha parlato, perchè bisogna nascondere alla gente la verità.Bisogna che non si accorga, che non si svegli dal sogno.Anche se se ormai di sogno non si tratta più.E allora, prima che altri provvedimenti colpiscano la rete, diffondiamo questo splendido video. Qui c’è la verità, che tanti, troppi, vogliono ancora tacere.

Manifestazione “Agenda Rossa” 26 settembre:”Fuori la mafia dallo Stato”

Salvatore Borsellino: ”Deluso dal rifiuto di Napolitano. Mio fratello ucciso da pezzi dello Stato”

ultimo aggiornamento: 26 settembre, ore 20:13

Da Travaglio a Di Pietro, a Roma il grido di ‘Agenda rossa’: ”Fuori la mafia dallo Stato”

ultimo aggiornamento: 26 settembre, ore 20:13

Roma – (Adnkronos) – In nome dell”Agenda rossa’ di Paolo Borsellino i manifestanti hanno sfilato per le vie della Capitale per poi raggiungere Piazza Navona. Il giornalista collaboratore di Santoro: ”L’attacco di Scajola è più grave dell’editto bulgaro”. llleader dell’Idv: ”La mafia è finita dentro le istituzioni. Nascondere la verità è strage di Stato”.

Roma, 26 set. (Adnkronos) – “Fuori Mancino dal Csm! Fuori Dell’Utri dallo Stato!’. Sono alcuni degli slogan pronunciati dai circa 1.500 manifestanti che in nome dell”Agenda rossa’ di Paolo Borsellino hanno sfilato per le vie della Capitale per raggiungere poi Piazza Navona dove la manifestazione promossa da Salvatore Borsellino culmina con gli interventi, tra gli altri, del leader dell’Idv Antonio Di Pietro e di Marco Travaglio.

L’area della Piazza romana è stata occupata al grido di ”fuori la mafia dallo Stato” e si è colorata del rosso delle agende che tutti i manifestanti hanno in mano, in ricordo della ‘agenda rossa’ del magistrato scomparsa dopo l’attentato del 1992 a Palermo. Altri slogan, scanditi a più riprese lungo il corteo, dicevano: ‘Berlusconi fatti processare! Il Lodo Alfano serve solo al nano!’

In prima fila gli europarlamentari dell’Idv Luigi De Magistris e Sonia Alfano e Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla mafia, promotore della manifestazione. Nell’immaginario sloganistico dei manifestanti ce n’è anche per Clemente Mastella, al quale è stato chiesto, senza molte cortesie, ‘Fuori dall’Europa!’.

La mafia è finita dentro le istituzioni“, sostiene Di Pietro da piazza Navona. “Lo Stato – rilancia il leader dell’Idv – è stato troppe volte omertoso e silenzioso, non lo Stato genericamente, ma funzionari dello Stato che nell’esercizio delle loro funzioni intrattenevano rapporti con i poteri e con persone mafiose e si accordavano su chi doveva finire in manette e chi alle stelle

Per Di Pietro, “la mafia non è soltanto quella delle bombe, ma anche quella che poi, grazie a tutto questo, e’ finita dentro le istituzioni”. Quanto al tema della manifestazione, Di Pietro afferma: “Vogliamo sapere la verità su chi ha fatto sparire l’agenda rossa di Paolo Borsellino perché lì c’è la verità sui mandanti di quelle stragi. Nascondere la verità è strage di Stato”.

E più tardi, dal palco della manifestazione, D i Pietro ritorna sulle dichiarazioni di ieri che hanno suscitato la reazione dei presidenti di Camera e Senato e ribadisce: ”C’è un comportamento mafioso dentro questo Parlamento”. Per l’ex pm oltre al conflitto di interessi di Berlusconi, ”c’è un conflitto di interessi vero che sta dentro al Parlamento”.

Il leader dell’Idv afferma: ”In Parlamento ci sono un sacco di persone che continuano a fare il loro mestiere nonostante facciano i parlamentari, vuol dire che la mattina vanno a farsi le leggi che servono alle loro attività. Ogni parlamentare risponde a un gruppo di potere e vota pur sapendo che la legge che vota è una porcata”.

Quanto allo scudo fiscale, che per Di Pietro è ”una legge ‘ad personam’, chi approvera’ quella legge fara’ un’azione criminale”. L’ex pm si rivolge ai manifestanti accorsi in Piazza Navona dicendo che, ”prima c’era una mafia che ammazzava”, mentre ”oggi c’è una mafia che sta dentro le istituzioni”.

“Quello che è successo ieri è più grave dell’editto bulgaro”, afferma Marco Travaglio in relazione alle parole del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola sulla trasmissione tv di Michele Santoro Annozero‘. Travaglio, in collegamento telefonico con piazza Navona, riferendosi alle parole di Scajola le ha definite, “una dichiarazione illegale ed eversiva che pretende di istituzionalizzare il controllo del governo sulla televisione”.

Si dice invece “deluso dal presidente” Salvatore Borsellino. Il capo dello Stato, secondo alcune ricostruzioni, avrebbe declinato l’invito rivoltogli dall’europarlamentare dell’Idv Sonia Alfano a prendere parte alla manifestazione. “Sono deluso dal presidente – afferma Salvatore Borsellino – perche’ questa non è una manifestazione di partito ma il partito della gente onesta”.

Gli fa eco Di Pietro. Il Capo dello Stato, osserva il leader dell’Italia dei Valori, ha detto di no perché ha ritenuto questa una manifestazione di partito: ”Credo che sia un’offesa alla verità – afferma Di Pietro – questa non è una manifestazione di partito”.

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Borsellino, manifestazione 26 settembre Roma: Adesioni, programma e pullman

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Manifestazione “Agenda Rossa”, Roma 26 settembre: Percorso, orari e adesioni

Appello di Salvatore Borsellino (Fonte)

Ci saremo tutti, tutti quelli che abbiamo salito sotto il sole le rampe che portano al Castello Utveggio portando un pezzo di Paolo dentro il nostro cuore, tutti quelli che eravamo in Via D’Amelio quando all’ora della strage per un interminabile minuto si sono sentiti solo i battiti dei nostri cuori, tutti quelli che abbiamo percorso le vie di palermo che ci portavano alla Magione levando in alto le nostra agende rosse e tutti quelli che abbiamo gridato la nostra rabbia e la nostra voglia di Verità davanti al palazzo di Giustizia. E ci saranno tanti altri ancora, tutti quelli che in tante piazze d’Italia hanno urlato insieme a noi e avremo ancora in mano la nostra agenda rossa, un’agenda rossa che ora fa paura a tutti. Mobilitiamoci tutti, ognuno di noi si impegni a far venire quante altre persone può, in una catena che non deve avere fine.Adesso hanno paura e si stanno muovendo, cominciano a muovere le loro pedine, Rutelli, Violante, il PG Barcellona, noi dobbiamo agire più rapidamente di loro, impedire che fermino Sergio Lari, Antonio Ingroja, Nino Di Matteo, non lasciamoli soli, impediamo che chiudano la bocca a Massimo Ciancimino, che si muova il CSM, facciamogli capire che dovranno passare sui nostri corpi, che dopo 17 anni non ci lasceremo strappare ancora una volta la verità. Il nostro grido di RRRESISTENZAAAAA deve essere un urlo nelle loro orecchie, un urlo gridato da vicino, sotto le finestre di quei palazzi in cui sono in tanti a sapere ed ad avere occultato la verità. Il 19 luglio in via d’Amelio abbiamo fatto scoccare la scintilla, ora è necessario l’incendio. Leggi il seguito di questo post »

Travaglio/Gomez:”Papi, uno scandalo politico”

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Dal divorzio alle inchieste Travaglio scava nelle feste del premier
Un instant book tra donne, party e polemiche

leggi l’articolo:

LIBRI:”PAPI, UNO SCANDALO POLITICO”


Travaglio: Un voto contro ma anche per. Rivoterò per IDV

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Un voto contro ma anche per di Marco Travaglio (da Micromega 3/2009)

Rivoterò per l’Italia dei Valori, come già nel 2006 e nel 2008. E per gli stessi motivi delle ultime due elezioni politiche. Ma con l’aggiunta di due nuovi. Quelli vecchi: com’era facile prevedere, il partito di Di Pietro – per quanto ancora troppo “personale” e poco collegiale e scarsamente selettivo in alcune scelte di classe dirigente, specialmente a livello locale – è l’unica reale opposizione presente in Parlamento contro il regime berlusconiano. Il solo partito che si sia davvero battuto nelle aule parlamentari contro il cosiddetto Lodo Alfano e le altre leggi-vergogna (ammazza-intercettazioni e bavaglio alla stampa in primis), contro lo scandalo Cai-Alitalia, contro le nuove minacce a quel che resta della libertà d’informazione. Ma anche per un’altra causa che ritengo fondamentale per la storia di questi anni: la richiesta di verità sulla fogna politico-giudiziaria di Catanzaro, che ha inghiottito l’uno dopo l’altro onesti servitori dello Stato come Luigi de Magistris, Gioacchino Genchi, Clementina Forleo e i pm salernitani Apicella, Nuzzi e Verasani, il capitano Pasquale Zacheo (per non parlare di un giornalista coraggioso come Carlo Vulpio). Su questi fronti il Pd ha fatto il pesce in barile, mentre troppo spesso le formazioni della sinistra radicale (con la lodevole eccezione di Claudio Fava e pochi altri) parlavano d’altro. Soltanto una pesante sconfitta del Partito democratico, ancora prigioniero della linea del “dialogo” col regime, cioè dell’inciucio, direi quasi della sindrome di Stoccolma, può accelerare l’azzeramento della classe dirigente del centrosinistra e assicurare all’Italia qualche speranza di uscire dall’incubo. E ora le novità, anzi le piacevoli sorprese. Di Pietro e Leoluca Orlando hanno avviato, modificando lo statuto dell’Idv, uno sforzo – che mi auguro proseguirà con iniziative più stringenti – per trasformare un movimento personale in un partito vero e proprio, con regole interne di completa democrazia e trasparenza, anche nella gestione dei finanziamenti pubblici e della selezione delle classi dirigenti. E poi hanno saputo spalancare le sue liste a esponenti della società civile, al punto da candidare quasi tutti personaggi esterni alla nomenklatura dell’Idv: da De Magistris a Vulpio, da Zipponi a Sonia Alfano, da Brutti a Vattimo, da Tranfaglia a Pressburger, da Arlacchi all’avvocato Pesce a Gloria Bardi. Resta il vizio di qualche candidatura spot di troppo (come la hostess Alitalia) e di un paio di riciclati che si potevano evitare, ma nel panorama italiota si tratta di pagliuzze, non di travi. I sondaggi indicano che molti italiani, anche tra le fasce più scolarizzate, apprezzano. Spetterà a Di Pietro evitare di ricadere negli errori del passato e non deludere i tanti che, prevedibilmente, gli daranno fiducia. Spetterà ai suoi nuovi compagni di strada aiutarlo a non sbagliare di nuovo.

“Il Fatto”: Nuovo giornale di Travaglio, Gomez e tanti altri. Chi vuole abbonarsi?

di Wildgreta

Ecco l’articolo di presentazione del nuovo giornale promosso da Marco Travaglio e tanti altri giornalisti liberi, di seguitorecapiti ed email per abbonarsi. Mi piace promuovere questa iniziativa, visto che la stampa ormai è quasi tutta nelle mani di pochi. Vi garantisco che io con questo giornale non c’entro nulla, ma penso che mi abbonerò per aiutarlo a uscire.

Accorrete: un nuovo giornale è Fatto!

Questi sono i contatti che potete utilizzare per sottoscrivee l’abbonamento:

email: dettofatto@ilfatto.info

tel: 0266506795

giornalismo-il-fatto

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D’ALEMA E LATORRE COME GIANNI E PINOTTO? TUTTA LA STORIA

“Leggete con attenzione la ricostruzione che Travaglio fa del rapporto fra Latorre e D’alema e le terribili conseguenze a cui andrà incontro il PD se non troverà una soluzione a questa faida interna in tempo utile. Secondo Travaglio, Veltroni perderà alle Europee e il PD passerà nelle mani di D’Alema e Latorre, ovvero due persone che dell’inciucio con il centro destra hanno fatto un programma politico e personale.Continua: D’ALEMA E LATORRE COME GIANNI E PINOTTO? TUTTA LA STORIA

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