Dopo il “partito liquido”, ecco il “partito blob”
di Wildgreta
Ce l’abbiamo fatta, quello che avevo previsto ieri si sta puntualmente avverando. Nel PD ormai impazzito, figure minori sussurrano l’assurdità del giorno, cito dal Corriere della Sera: “Su un divano Maria Paola Merloni si porta più avanti nei ragionamenti. E spiega a un compagno di partito: «Secondo me dietro tutte queste inchieste giudiziarie che riguardano il Pd c’è Antonio Di Pietro, che peraltro è l’unico che ci guadagna. Forse la magistratura ha scelto il suo partito come il nuovo referente». L’interlocutore della Merloni è il ministro ombra Andrea Martella. Ha l’aria di non essersi ancora convinto di come stiano veramente le cose: «Devo rifletterci, ma l’altra sera, quando ho visto Di Pietro a Porta a Porta, ho avuto l’impressione che il leader dell’Italia dei Valori stia pensando di candidarsi alla premiership del centrosinistra alle prossime elezioni».”
Complimenti all’acume di alcuni esponenti del PD. Non si domandano se tra le loro file ci siano persone disoneste e come fare per evitare di candidarne altre in futuro. Si domandano chi ce l’ha con loro. E siccome il loro nemico numero uno non è Berlusconi, ma Di Pietro, GLI ATTRIBUISCONO POTERI ECCEZIONALI. Lo vedono in vetta all’olimpo brandire manette e avvisi di garanzia. Non si ricordano più di quanto lo abbiano peso in giro per il suo italiano, non si ricordano più di quanto poco lo abbiano sempre stimato come politico. Ormai sono ciechi di rabbia e, piuttosto che mettere in discussione se stessi, elevano Di Pietro a custode delle loro vite e della loro libertà E’ il “delirio democratico”, non più un partito “liquido”, ma una sorta di blob maleodorante, da una parte, e blob confuso dall’altra.
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