D’Alema show in Transatlantico: «Fioroniiii! È vero che te ne vai?»

iL SIPARIETTO

L’ex ministro chiama a gran voce il collega di partito.

Che replica: «Se resti con gli iscritti, resto pure io»

MILANO – Beppe Fioroni dixit: «Ma che ci sto a fare nel partito di D’Alema?». La frase diventa il pretesto per un gustoso siparietto nel Transatlantico di Montecitorio. L’ex ministro degli Esteri, dopo un lungo colloquio con Annagrazia Calabria del Pdl, affronta i cronisti: «Presidente, Fioroni dice che non resta nel Pd se diventa il suo partito…». D’Alema ci pensa meno di un secondo. Poi si affaccia dalle colonne che sporgono sul Transatlantico e a gran voce chiama l’interessato: «Fioroniiii, Fioroniiii… qua si dice che tu vai via dal partito…».

LA REPLICA – Il responsabile formazione del Pd prova a spiegare: «Ma no Massimo. Io avevo solo paura che tu ti portavi via gli iscritti. Se tu e Bersani mi garantite che restate e con voi pure gli iscritti… resto anche io…». D’Alema chiosa rivolto ai cronisti: «Ecco, era ‘na cazz… La dovete smette d’annà in giro a dì cazz… Ormai c’avete una certa età…».
20 ottobre 2009

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SCUDO FISCALE: D’ALEMA SPIEGA LE ASSENZE NEL PD (VIDEO)

Sull’assenza nel giorno della votazione per la pregiudiziale di incostituzionalità dello Scuso Fiscale presentata da IDV:” Ero a una manifestazione, non mi era stato spiegato che era un voto importante”

Direzione PD: Gli articoli più importanti

 

Pd/ Veltroni: Dobbiamo fare un partito vero ma anche nuovo. Un caminetto, ma anche il bordo di una piscina

D’Alema rinuncia al colpo del ko
Durissimo Bersani: abbiamo smesso di essere un partito riformista

FABIO MARTINI
ROMA
Da sei minuti, davanti alla Direzione Pd, Sergio Chiamparino sta sciorinando le sue critiche alla gestione del partito, l’irritato Walter Veltroni guarda altrove, ma non può certo immaginare le parole con le quali il sindaco di Torino sta per congedarsi: «….e dunque rassegno le dimissioni da ministro nel Governo Ombra perché credo sia un organismo inadeguato». E con gesto plateale per un uomo sobrio come lui, Chiamparino consegna la lettera di dimissioni nelle mani di Veltroni. In “diretta”. Davanti alle telecamere di YouDem, la tv del Pd. E’ il passaggio più cruento nelle nove ore di dibattito della attesissima Direzione democratica, durante la quale l’autorità di Walter Veltroni è stata messa a dura prova, oltreché dal gesto di Chiamparino, da una pioggia acida di critiche mai ascoltate prima d’ora. Diversi “pezzi grossi” del partito hanno distillato perifrasi più affilate del solito, Massimo D’Alema è arrivato a dire che per il Pd «l’innovazione» invocata da Veltroni non basta, perché «serve l’autorevolezza». Come dire, senza dirlo, che il suo “amico” Walter è poco autorevole. Ma alla fine, al momento della conta, tutti quelli che erano venuti allo scoperto – Pierluigi Bersani e Francesco Rutelli tra gli altri – si sono riallineati. Leggi il seguito di questo post »

Villari a Matrix:Il problema del PD è l’alleanza con Di Pietro

mastellari

di Wildgreta

Incredibile Villari che ieri sera a Matrix, con tutto quello che è successo e sta succedendo nel Partito Democratico, non ha trovato niente di meglio da fare che ascrivere le ragioni della profonda crisi del PD all’Italia dei Valori. Loro sono riformisti, Di PIETRO è populista, giustizialista (lo ha suggerito Mentana) e via discorrendo con i soliti luoghi comuni. “Il Pd è costretto ad inseguire IDV  sullo stesso terreno, mentre il PD dovrebbe guardare al centro” Ancora con questa storia di piacere al Vaticano? Il Pd è pieno di ultracattolici e infatti, in questi giorni, anche dal PD è stato sollecitato il reintegro dei fondi alle scuole private tagliati da quell’esempio di equità che è Tremonti che, almeno, non aveva fatto distinzioni. E così si arriva all’assurdo che in un’ora i tagli vengono annullati, mentre due mesi di proteste di migliaia di persone non sortiscono alcun effetto. Villari afferma anche di non essere l’unico nel PD a pensarla così, e questo è certamente vero, altrimenti avrebbe fatto un’opposizione seria al governo Berlusconi e non avrebbe perso sei mesi a cercare un dialogo impossibile. Ma cosa dice Di Pietro di tanto scandaloso da danneggiare il PD? Che l’informazione non è libera, che non dovrebbero messerci condannati in parlamento, che il Lodo Alfano è uno scandalo, eccetera.E allora, devo desumere, che se secondo Villari, se il PD ritenesse il Lodo Alfano normale, i condannati in parlamento anche e l’informazione libera, assolverebbe al suo compito di vero” partito riformista”? Di cosa parla Villari, neo espulso dal PD? Il clone di Mastella, a mio avviso, potrebbe anche aiutare l’Udeur a resuscitare per le europee, visto che ieri ha affermato di voler restare all’opposizione. Ma siccome da soli non si va da nessuna parte…chi lo accoglierà fra le sue braccia?

A mio avviso il Pd non ha alcuna linea politica e, alla fine, rischia di non rappresentare nessuno: non rappresenta la classe lavoratrice, non rappresenta il ceto medio, non rappresenta i cattolici. Non avendo mai scelto con determinazione a chi rivolgersi, ha finito per non rivolgersi a nessuno. Ma non creda D’Alema di poter rappresentare un’alternativa a Veltroni, perchè la gente lo vede come il vecchio che, di volta in volta, si ripresenta come nuovo, e non abbocca più. Veltroni, a mio avviso, ha fallito come leader, perchè non ha la statura del leader, ma  chi gli è vicino non è migliore di lui. L’unico che sembra una persona, invece che un ibrido, è Bersani ma certo non lo immagino a capo di un partito. La realtà, è che Di Pietro dà fastidio a tutti perchè denuncia gli accordi sottobanco e con lui gestire il potere in “santa pace” è molto più difficile. Per questo va protetto, a prescindere da cosa si pensi di lui. Fiinito lui, non ci salveremmo più dai Villari, dai Latorre, dai D’Alema, e dalle mezze figure come Veltroni.

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Villari non si dimette: quando l’allievo supera i maestri

Mastella: Villari l’ho cresciuto io. Abile ma sfaticato.Regalò alle deputate un pastorello napoletano

Rai: Di Pietro, Villari Rimarra’, Berlusconi Vuole Umiliare Veltroni

D’ALEMA E LATORRE COME GIANNI E PINOTTO? TUTTA LA STORIA

“Leggete con attenzione la ricostruzione che Travaglio fa del rapporto fra Latorre e D’alema e le terribili conseguenze a cui andrà incontro il PD se non troverà una soluzione a questa faida interna in tempo utile. Secondo Travaglio, Veltroni perderà alle Europee e il PD passerà nelle mani di D’Alema e Latorre, ovvero due persone che dell’inciucio con il centro destra hanno fatto un programma politico e personale.Continua: D’ALEMA E LATORRE COME GIANNI E PINOTTO? TUTTA LA STORIA

Vigilanza Rai, Villari non si dimette. Quando l’allievo supera i maestri

mastellari
20 novembre 2008 – 15.05

Riccardo Villari, il presidente della Commissione di Vigilanza della Rai membro del Partito democratico ma eletto con i voti del centrodestra, ha deciso di non dimettersi dalla carica, come tutta l’opposizione aveva chiesto. Al suo posto avrebbe dovuto issarsi il senatore del Pd, Sergio Zavoli, nome sul quale erano d’accordo tutti i partiti. Zavoli non ha partecipato alla riunione in cui Villari avrebbe dovuto dimettersi per lasciarli il posto alla guida della Commissione. IL PD aveva annunciato che, qualora Villari non si fosse dimesso, sarebbe stato espulso dal partito. Adesso attendiamo le reazioni ufficiali. L’operazione inciucio è perfettamente riuscita e Villari, allievo tra gli altri di Mastella, ha di gran lunga superato il suo principale maestro.Un consiglio ai politici: quando siete in presenza di un ex UDEUR, fuggite prima che sia troppo tardi. Veltroni, come ho già avuto modo di dire, in questa occasione lo vedrei più bersaglio che grande stratega di un colpo di mano per fare fuori l’IDV. Credo, infatti, che i bersagli di questa ignobile farsa fossero due: Veltroni e dI Pietro. Di Pietro esce da questa storia rafforzato, insieme all’IDV che ha mostrato la sua trasparenza. Veltroni si è indebolito ma si è arrabbiato troppo e non è un attore consumato al punto da fingere così bene la rabbia, quindi potrebbe recuperare consensi. La Torre è stato un mezzo e nessuno sa come farà a riciclarsi come politico.  Siamo sempre alla ricerca del mandante del pizzino che, fra un po’, non potrà più ridere sotto i baffi.

Villari non si dimette.

La riunione è servita comunque per eleggere i due vice presidenti, che sono Francesco Merlo (Pd) e Giorgio Lainati (Pdl). Un voto e’ andato anche a Sergio Zavoli. Alla riunione non erano presenti gli esponenti dell’Idv Leoluca Orlando e Francesco Pardi, come anche il senatore del Pd Sergio Zavoli. Leggi il seguito di questo post »

VIGILANZA:ATTACCO A VELTRONI E DI PIETRO. CHI E’ IL MANDANTE DEL “PIZZINO”?

(Latorre- D’Alema)

Rai; Pd pronto a sanzioni per Villari ma in diversi fibrillano.Latorre: Rapporti con IDV compromessi.

Di Wildgreta

Oggi avevo anticipato le mie perplessità sulla storia della vigilanza Rai e, piano piano, qualche particolare a conforto della mia tesi emerge. Latorre del PD sarebbe contrario a sanzionare Villari, Latorre ha anche passato il famoso pizzino a Bocchino per suggerire la risposta che avrebbe dovuto dare a Donadi (idv) e che non gli veniva in mente.Latorre, però, è un dalemiano. E cosa dice D’alema di tutto ciò? Condanna la cosa, ma aggiunge che tutta la questione poteva essere gestita con più accortezza. E allora? Chi ha tradito chi? Si voleva indebolire Veltroni? Ci si vuole alleare con l’udc facendo fuori Di Pietro che, con questa mania di dire la verità alla fine diventa stucchevole? Si voleva far vedere a Veltroni come si fa la politica? In tutta questa faccenda c’è una cosa di cui sono sempre più convinta: Di Pietro va protetto come le specie a rischio. Una sorta di Panda di Montenero di Bisaccia che deve essere difeso perchè, finito lui, sarà finita per sempre anche la possibilità di sapere cosa trama la politica alle nostre spalle.Sono in troppi ormai ad essere maestri nella spartizione del potere. L’unica persona che non consente, ancora, di stare in parlamento “come a casa propria”, è Di Pietro. Fatto fuori lui e il suo partito di guastafeste, potranno ricominciare a banchettare tutti con più serenità.

CHI è NICOLA LATORRE? Ecco una delle sue ultime dichiarazioni:

RAI, LATORRE: TRA PD E IDV RAPPORTI SEGNATI IN MODO SERIO

Roma, 18 nov. (Adnkronos) – ”Di fronte a un atteggiamento irresponsabile del centrodestra, con i suoi pregiudizi nei confronti di Orlando, e dopo oltre 40 votazioni, le opposizioni dovevano tenere un comportamento responsabile e non inseguire la destra in questa esibizione muscolare. Questo non è stato possibile perché altrimenti si sarebbe rotto il fronte dell’opposizione. Però adesso questo problema va affrontato, perché francamente è una cosa che lascia il segno il fatto che il segretario del Pd e il leader dell’Udc chiedano a Di Pietro una rosa di nomi e lui non solo non risponda, ma faccia replicare un esponente del suo partito, liquidando questa iniziativa. Questo è un episodio che segna in maniera seria i rapporti con l’Idv”. Lo dice Nicola Latorre, vicecapogruppo del Pd al Senato, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, a proposito delle vicende legate alla presidenza della commissione Vigilanza Rai. ”Io penso – aggiunge l’esponente dei Democratici – che Villari si debba dimettere e che il Pdl abbia compiuto un grave strappo votandolo, però considero sbagliati metodi come quelli dell’espulsione e delle sanzioni che evocano dei precedenti e un’idea della vita democratica che dovrebbero essere ormai alle nostre spalle”.

“PROTESTA SCUOLA:«Stamattina è stato bello, lavorare con la musica, dà ritmo. Adesso però urlano, e non mi fanno concentrare». -La Repubblica”

Il caso Unipol: Unipol, al Senato le carte dei pm contro Latorre

E i pizzini:video OMIBUS dal blog di Marco Travaglio

Zorro l’Unità, 16 novembre

Istruttiva scenetta l’altra mattina a Omnibus, rilanciata da Striscia la Notizia. In studio, a La7, si discute della Vigilanza Rai con Nicola Latorre, vicecapogruppo Pd al Senato, Italo Bocchino, vicecapogruppo Pdl alla Camera e Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera. Bocchino, poveretto, non riesce a spiegare a che titolo il Pdl pretenda di scegliersi il presidente della Vigilanza. Leggi il seguito di questo post »

Delirio Tremonti:il governo si muove per il bene pubblico e l’interesse generale

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Temonti sul Governo:”c’é qualcosa di repubblicano” perché “si muove in una logica di bene pubblico e di cura dell’interesse generale, che va oltre quello particolare”.

di Wildgreta

Non so come commentare le dichiarazioni odierne di Tremonti, ovvero non so se si debbano commentare o archiviare come “chiacchiere in libertà”. Quella sul governo che non agirebbe per gli interessi particolari, si commenta da sola. Poi c’è un gustose capitolo sui principi marxisti dell’economia, che il PDL ha capito, mentre la sinistra no, ma comunque li ha traditi. Poi ribadisce che vanno aiutate le banche per aiutare l’economia e, quindi, la gente (?). Poi parla di valori etici in economia (nel resto no?). Infine lancia una sorta di anatema, ( se volete fare gli scongiuri, preparatevi):”L’Italia, dunque, “é un paese di centro-destra, lo è sempre stato, lo è ancora e lo sarà”.  Non dice “per sempre”, solo per non portarsi sfiga da solo. In questo sproloquio non poteva mancare il capitolo sulla soluzione dei rifiuti a Napoli e quella della crisi Alitalia “senza un’ora di sciopero“. Peccato che a Napoli e in Campania i rifiuti ci siano ancora e che i debiti Alitalia li abbia accollati a noi. Di scioperi e manifestazioni, poi, se ne sono fatti per settimane.  La frase che, però, merita la menzione speciale, è quella che si riferisce alla crisi economica internazionale: ” Siamo alla fine del principio” . Ovvero: la crisi è appena cominciata, deve ancora raggiungere il suo apice, ma poi tenderà a scemare.  Non indica quanto ci vorrà alla crisi per esaurire tutte le sue fasi.  Una sorta di tornado forza 8, ora declassato a forza 6, che potrebbe indebolirsi ancora ma non si sa in quanto tempo. Grazie, ministro. Se tutti fossero come Lei, vivremmo  più sereni. Si è ben guardato, Tremonti, dal parlare della Gelmini, visto che la poveretta, per portare avanti i suoi programmi sui tagli di bilancio, è diventata una delle donne più bersagliate d’Italia.

Tremonti: forse siamo solo alla fine del principio

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Prima giornata della legalita’: 11 ottobre piazza Navona, al via i referendum

Intervista pubblicata su Il Riformista dove  Antonio di Pietro risponde ad alcune domande sull’appuntamento dell’11 ottobre a Piazza Navona per l’apertura della campagna referendaria contro il Lodo Alfano.

piazza_nav1.jpg

Manifestazione 8 luglio 2008 piazza Navona

Il Riformista: Onorevole Di Pietro, di nuovo a Piazza Navona, quindi.
Antonio Di Pietro: Ebbene si. L’11 ottobre ci sarà il grande evento di apertura della nostra campagna referendaria “Salva premier 2008”. E’ il primo giorno utile per la raccolta delle firme. L’iniziativa ha già un nome: sarà “la prima giornata della legalità”. Leggi il seguito di questo post »

A Ferragosto anche la politica sotto l’ombrellone

 

Veltroni e l'ombrellone

8-14 20:39
di Silvia Gasparetto

(ANSA) ROMA – Il Viminale aperto per il consueto appuntamento con le forze dell’ordine è l’unica eccezione alla regola che vuole, almeno per il giorno di Ferragosto, anche la politica in toto in vacanza. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, insieme ai sottosegretari Gianni Letta e Guido Bertolaso, sarà al lavoro per la riunione del Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza, mentre maggioranza e opposizione si godono gli ultimi scampoli di riposo sotto l’ombrellone. Se il Parlamento, infatti, riaprirà i battenti solo a settembre, i politici di entrambi gli schieramenti saranno impegnati, nella seconda metà di agosto, nelle feste di partito. Il 15 agosto, però, la parola d’ordine è relax. Leggi il seguito di questo post »

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