RIFORMA GELMINI UNIVERSITA’: SI VOTERA’ DOPO LA “SFIDUCIA”

NON SI PLACA L’ONDA DELLA PROTESTA

La riforma dell’università possibile solo con la fiducia al governo. Gelmini in ritirata
Gli studenti si appellano a Napolitano: «Almeno tu, Presidente, non ci abbandonare»
La riforma Gelmini slitta al Senato, e gli studenti possono tornare a sperare e manifestare. La discussione del ddl sull’università, infatti, si terrà solo dopo il dibattito sulla fiducia, previsto per martedì 14 dicembre. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama al cui interno c’è stata la ferma opposizione delle minoranze contro ogni ipotesi di calendarizzare la riforma prima del voto di fiducia al governo Berlusconi. E’ possibile, quindi, che al Senato il disegno di legge Gelmini non arrivi mai. L’intervista (audio) a Giorgio Paterna del sindacato universitario.

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L’università della Gelmini e i suoi inciampi
«Tecnicamente i tempi per approvare la riforma prima del 14 ci sono, è una scelta politica farlo», ha detto il ministro ai microfoni di Radio Anch’io, e prosegue: «sono comunque fiduciosa, il 14 dicembre il governo Berlusconi incasserà la fiducia del Parlamento e il ddl diventerà legge entro l’anno». Gli studenti rispondono al ministro: «Se i rappresentanti della Gelmini hanno ritenuto non importante impuntarsi sul voto al ddl subito, di fatto hanno sfiduciato la Gelmini ancor prima del governo – dice Giorgio Paterna dell’Udu ai nostri microfoni, e continua – nel momento in cui è stata commissariata da Tremonti e sfiduciata dai suoi capigruppo al Senato, la Gelmini si deve dimettere». E conclude: «noi preferiamo essere convocati da Tremonti, quando si ritira il ddl, perché la Gelmini non è più credibile come ministro».

Appello a Napolitano
«Presidente, almeno tu non ci abbandonare»: è lo striscione con cui gli studenti dell’università Roma Tre hanno accolto Giorgio Napolitano all’ingresso dell’aula magna della facoltà di Economia. Al presidente della Repubblica gli studenti, che si oppongono al ddl Gelmini, hanno consegnato una lettera, in cui si legge: «facciamo appello a lei, Presidente, affinchè il suo ruolo di supremo garante della Costituzione, possa difendere la nostra legge fondamentale e i valori in essa racchiusi poiché il giorno in cui essa (la riforma, ndr) si svuoterà di tali significati, allora anche del nostro futuro non resterà altro che una bolla di sapone vuota pronta a esplodere al primo soffio vento». Il presidente ha risposto che risponderà alla lettera dopo aver riflettuto.

Le proteste continuano
Da Milano, dove gli studenti hanno occupato l’Accademia di Brera, a L’Aquila, dove cucinano davanti le mense chiuse, a Bari, dove hanno occupato la facoltà di Agraria, a Reggio Calabria. In tutta la penisola continuano le occupazioni e manifestazioni, e non si placheranno finché il ministro non ritirerà il ddl. Probabile una manifestazione nazionale il 9 dicembre.

http://www.agenziami.it/articolo/7381/La+riforma+dell+universita+possibile+solo+con+la+fiducia+al+governo+Gelmini+in+ritirata

Università: riforma rinviata dopo la fiducia, Gelmini “Opposizione fa solo propaganda”

(IAMM) “L’opposizione, per motivi di pura propaganda politica, mette a rischio provvedimenti urgenti e indispensabili per l’università italiana”. E’ il commento del ministro Mariastella Gelmini a proposito della decisione della conferenza dei capigruppo di programmare la calendarizzazione al Senato della riforma dell’Università subito dopo il voto di fiducia al governo (14 dicembre).

Il ministro solo qualche giono fa aveva infatti auspicato tempi rapidi per l’approvazione in Senato, addirittura prima del voto di fiducia al governo. “Senza l’approvazione rapida del ddl – spiega la Gelmini – non si potranno bandire posti da ricercatore, non potranno essere garantiti gli scatti di stipendio, non saranno banditi nuovi concorsi”

02/12/2010 15:36

Le false minacce del ministro Gelmini

Assediato dalle proteste di studenti, precari e ricercatori contro il ddl, oramai privo di argomentazioni credibili, isolato dal fallimentare esito della raccolta di firme di professori ordinari (spesso pensionati!) in suo sostegno e svergognato dalla partecipazione a trasmissioni radiofoniche che evidenziano la totale ignoranza dei contenuti del ddl che porta il suo nome, il ministro Gelmini passa ora direttamente ai ricatti. In una quanto meno irrituale nota del MIUR si paventano, in caso di mancata approvazione del ddl, presunti blocchi dei concorsi. A dire del ministro i concorsi da professore sarebbero bloccati dalla mancata emanazione dei decreti attuativi della legge Moratti e quelli…

http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=5285 (02 Dicembre 2010)

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