
Il giallo di Ugento: un politico morto, un prete e una pubblicità
Ma basta il potere distorcente della luce dei media per far sì che, nel volgere di pochi mesi, Avetrana e Ugento si ritrovino d’un tratto lontanissime. Da una parte il teatro dell’orrore che attira morbosamente gli sguardi indiscreti a reti unificate, la città dello zio orco e della cugina forse anche peggio, la terra di una giornata a mare mai iniziata e finita in fondo a un fosso coperto con ottanta centimetri d’acqua, il paese di Sarah, Michele, Sabrina; e dall’altra un piccolo centro di poco più di diecimila abitanti che d’estate si moltiplicano grazie al turismo, ma che nel suo passato recente – ma sotto i riflettori mediatici anche la quantificazione del tempo subisce deformazioni – è stato il set di un altro giallo. Ancora irrisolto. continua a leggere
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