E adesso scoppia pure la guerra dei numeri
La chiamano “guerra sui numeri” o “guerra dei numeri”, poco importa: all’indomani di ogni manifestazione, sindacale o politica che sia, o addirittura nelle ore successive, ci sono gli organizzatori con il loro dato sulla partecipazione e la Questura con un altro. Di solito, si tratta di cifre molto diverse e per il Berlusconi-day di ieri non si è sfuggiti alla regola. Per il Cavaliere e i suoi si è trattato di una cifra tonda: un milione di persone, e via. Inutile stare a discutere (Denis Verdini dixit). In Questura non hanno avuto esitazioni, d’altro canto: in piazza San Giovanni, ieri pomeriggio, c’erano 150.000 persone. Non l’ha presa bene Maurizio Gasparri, il quale prima ha ringraziato le forze dell’ordine per il lavoro svolto e poi ha attaccato il questore in persona, il quale “evidentemente in preda a stress o in crisi etilica ha diffuso cifre false, in difetto, sui partecipanti alla nostra grande manifestazione”.
A rassicurare i cittadini sulla sobrietà del dottor Caruso sono senz’altro servite le parole di Nicola Tanzi, segretario del Sindacato autonomo di Polizia: “Ognuno deve fare il proprio mestiere. La Questura fa il suo e i dati sui manifestanti di piazza San Giovanni rappresentano la realtà dei fatti, sicuramente erano qualcosa in meno e non in più”. Con buona pace di Gasparri, “la rilevazione sulle presenze in piazza, in occasioni di manifestazioni politiche, sindacali e di altro tipo si basa su metodologie consolidate che sono utilizzate dai responsabili dell’ordine pubblico e dalla Digos“.
Ma dato che nel dna del Partito dell’amore melius abundare quam deficere, anche Fabrizio Cicchitto si è intromesso nella faccenda: “Siamo francamente stupefatti – ha detto – quando la piazza è strapiena, il numero dei presenti è molto più vicino alla cifra affermata dall’onorevole Verdini che a quella indicata dalla Questura, che, dando il numero di 150mila, ha perso di credibilità”. E stavolta a rispondere è Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia: “I funzionari della questura di Roma sono dei professionisti seri della sicurezza e fanno dell’alto senso dello Stato e dello spirito di sacrificio il valore guida a difesa del popolo italiano”.
In realtà, un po’ di aritmetica in più sarebbe sufficiente a troncare sul nascere ogni disputa sull’argomento. Come viene più o meno sempre ricordato alla vigilia di ogni grande kermesse politico-sindacal-mediatica nella Capitale, basta tenere presente che la capienza delle quattro piazze più grandi di Roma va dai 39.100 mq. di piazza San Giovanni ai 4.250 di piazza SS. Apostoli, passando per i 17.100 mq. di piazza del Popolo e i 12.970 mq. di piazza Navona. Premesso che: a) due persone non possono occupare lo stesso spazio, tranne nel caso in cui – come accade ai concerti rock, una “lei” sale sulle spalle di un “lui”; b) in un metro quadro di piazza possono albergare dalle tre alle sei persone, a seconda della ressa in un determinato punto, il risultato è che, tenendo conto anche delle unità presenti nelle aree adiacenti alla zona in questione, si arriva ad un’occupazione teorica di 156.000 persone.
Dalle riprese tv effettuate dagli elicotteri ieri pomeriggio, si nota peraltro che la folla dei partecipanti al raduno Pdl era distribuita in maniera ineguale: niente a che vedere, insomma, con il pienone di tutti i concertoni del Primo maggio.
Non v’è peraltro organizzatore, a onor del vero, che non gonfi le sue cifre. Precedente illustre, quasi per par condicio, quello del Pd-Day del 2008: per l’evento fu scelto il Circo Massimo, una “non-piazza” di 140.000 mq, che con i criteri di calcolo sopraelencati potrebbe contenere dalle 420.000 (3 per metro quadro) alle 840.000 (una claustrofobica media di 6 per metro quadro) persone. Anche lì, cifra tonda: due milioni e mezzo di persone, secondo gli organizzatori, 200.000 secondo i dati ufficiali. Non risulta però che il senatore Achille Passoni, che mise a punto quella manifestazione per il suo partito, abbia dato dell’ubriaco al questore in tale circostanza.