MAGGIORANZA CSM CHIEDE CHE SI INDAGHI SULL’ISPEZIONE DISPOSTA DA ALFANO
Berlusconi: palesi violazioni di legge. Ghedini: «Fatti penalmente irrilevanti, violato il segreto d’indagine»
Silvio Berlusconi (Ansa)MILANO – Silvio Berlusconi è formalmente indagato dalla procura di Trani nell’inchiesta Rai-Agcom. Lo si è appreso, riferiscono le agenzie di stampa, da fonti vicine alle indagini. È quindi questo il contenuto della risposta che la procura di Trani ha fornito all’istanza presentata stamani dai legali del premier, Filiberto Palumbo e Niccolò Ghedini, che chiedevano se il premier fosse indagato. Le stesse fonti non hanno voluto confermare se, così come sembra ormai chiaro, l’ipotesi di reato sia quella di concussione per le presunte pressioni fatte dal premier per fermare Annozero. Sulla vicenda il riserbo di inquirenti e difensori è totale. A Trani stanno intanto per arrivare gli ispettori del ministero.
«PALESI VIOLAZIONI» – Sulla vicenda è intervenuto anche lo stesso Berlusconi. «Sono scandalizzato – ha detto il premier nel corso di un’intervista al Gr1 -. Ci sono palesi violazioni della legge». Berlusconi ha anche parlato di «iniziativa grottesca» che tuttavia «non mi preoccupa affatto» poichè «sono intervenuto a destra e a manca» contro i processi in tv e le mie sono «posizioni non soltanto lecite ma doverose». «Sul contenuto – ha precisato il leader del Pdl – non sono affatto preoccupato perché è un diritto del presidente del Consiglio di parlare al telefono con chiunque senza essere intercettato anche surrettiziamente come avvenuto qui». Per il Cavaliere, che ha parlato anche di «clima avvelenato» di cui la manifestazione di sabato non sarebbe che la fotografia, «la sinistra ha armato le procure contro di noi e usa le intercettazioni e la giustizia ad orologeria per la sua campagna di insulti».
LA NOTA DI GHEDINI – Intanto con una nota l’avvocato Ghedini chiarisce quali sono a suo avviso i termini giuridici dell’inchiesta portata avanti dalla procura pugliese. «L’irrilevanza penale dei fatti, e comunque la totale e assoluta incompetenza territoriale di quella Procura» sono dimostrate, secondo Niccolò Ghedini, dalle notizie sulle indagini in corso a Trani. Ghedini sottolinea inoltre «la reiterata e continua violazione del segreto di indagine. Nella nota Ghedini spiega: «Tutto è nelle mani della procura e degli investigatori e, guardacaso, a pochi giorni dalle elezioni, si leggono non solo i contenuti delle intercettazioni, ma perfino i precisi numeri delle stesse e, pur anche, i nomi di chi sarà interrogato nei prossimi giorni – aggiunge -. Tutto ciò non solo è inaccettabile, ma è in palese e conclamata violazione di legge e concretizza una pluralità di reati e di responsabilità disciplinari che dovranno essere accertati e severamente sanzionati».
DANDINI PREOCCUPATA – Ma c’è anche chi invece dalla rivelazioni dell’inchiesta si sente preoccupata. «Non è piacevole rientrare nelle ossessioni del presidente del Consiglio», commenta Serena Dandini che, sarebbe tra le persone citate dal premier Silvio Berlusconi nelle intercettazioni con il commissario dell’Agcom Giancarlo Innocenzi. «Fino ad ora non ho ricevuto nessuna comunicazione dalla Procura di Trani; se dovessi essere chiamata andrei come qualunque cittadino», aggiunge la conduttrice del talk di satira “Parla con me”, in onda su Raitre. «Trovo – conclude la Dandini – tutta questa storia abbastanza anormale per un paese democratico, specialmente se poi conseguentemente o meno vengono sospesi i talk show di approfondimento giornalistico della Rai prima delle elezioni».
IL CSM – Intanto il caso che ha investito il consigliere togato del Csm, Cosimo Maria Ferri, che sarebbe coinvolto nell’inchiesta di Trani, sarà discusso molto probabilmente nella riunione di martedì mattina del Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli. «Sono serenissimo»: risponde Ferri a chi gli chiede conto del suo stato d’animo dopo essere stato chiamato in causa nell’ambito dell’inchiesta di Trani. «Spero che siano pubblicate tutte le intercettazioni delle mie telefonate con Innocenzi perchè non ho nulla da nascondere», aggiunge Ferri.
La maggioranza dei consiglieri del Csm al Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli chiede inoltre che il Csm metta sotto la lente di ingrandimento l’ispezione disposta dal ministro della Giustizia Angelino Alfano alla Procura di Trani, per accertare se vi siano interferenze nelle indagini in corso che riguardano «personaggi politici di rilievo nazionale». I consiglieri fanno notare che l’ispezione ha per oggetto un’indagine «attualmente pendente e riguardante direttamente o indirettamente personaggi politici di rilievo nazionale». «Poichè il ministro avrebbe incaricato l’Ispettorato di verificare fatti e circostanze (competenza territoriale, ammissibilità delle intercettazioni telefoniche disposte, motivi della propalazione dei contenuti delle medesime) che riguardano esclusivamente l’attività giurisdizionale, occorre accertare – scrivono – nell’ambito di una consolidata interpretazione fornita dal Consiglio in merito ai rapporti fra segreto di indagine e poteri dell’ispettorato sviluppati con leale collaborazione, le modalità effettive con le quali gli ispettori sono stati incaricati di svolgere l’attività amministrativa parallelamente ad una inchiesta giudiziaria in corso».
DE MAGISTRIS – Sulla questione dell’ispezione è intervenuto anche Luigi de Magistris, eurodeputato Idv : «Il ministro della Giustizia è il braccio operativo di Berlusconi e del tentativo di distruggere la magistratura. Il rapporto fra Governo e giustizia non rientra nella fisiologia democratica, perchè presenta i tratti patologici dell’invasione dispotica di campo: l’esecutivo vuole affossare l’autonomia del potere giudiziario attraverso le leggi, mentre tenta di delegittimare la sua azione quando riguarda il premier. La decisione di Alfano di inviare gli ispettori presso la Procura di Trani- aggiunge De Magistris – rappresenta una entrata a gamba tesa inaccettabile e lesiva della separazione democratica dei poteri. Se nelle intercettazioni non c’è niente di penalmente rilevante, come sostengono i difensori anche politici di Berlusconi, lo dovrà stabile la magistratura, non certo Cicchitto, Ghedini o Alfano. Questa vicenda racconta di un potere che aspira a controllare l’informazione per ridurre al sonno della ragione un intero Paese».
Redazione online
corriere della sera 15 marzo 2010
Rispondi