“Sangue e Duomo”: il volto del martire Berlusconi diventerà un manifesto

di Wildgreta

Finirà sui muri delle nostre città, il volto insanguinato del premier? Punterà ancora sul martirio per sfruttare al massimo l’effetto-Duomo, il “duce dei media”, come lo definisce un programma satirico della tv tedesca? Vedremo, per esempio, la Polverini che stringe un telo con l’impronta del volto insanguinato di Berlusconi, nei manifesti per le regionali nel Lazio? Lo sapremo fra poco, per ora godiamoci ancora qualche video che prende in giro il premier, definendo l’aggressione a piazza del Duomo un film.E questa volta è un programma della tv tedesca, come dire che le bufale italiane sbarcano all’estero. Intanto il PD sta ancora pensando a chi candidare alle regionali senza mandarlo al macello.Ho provato a pensarci anch’io, ma non mi è venuto in mente nessuno. Ma un partito che non ha una persona da candidare alla guida del Lazio, che partito è? Qualcuno ha proposto Debora Serracchiani, ma che c’entra con il Lazio? E che esperienza ha per poter guidare una regione come il Lazio? In televisione non mi sono piaciute affatto le sue apparizioni: non dice niente, come niente dicono tanti politici che non studiano i fatti, che non sono informati. Il PD cerca un volto credibile e sufficientemente nuovo da non essere già stato giudicato , qualcuno che non vada a trans e che sia conosciuto nel Lazio: per questo l’unico nome spendibile appare Zingaretti, ma il rischio di bruciarsi è molto alto e per questo lui non ha ancora detto di sì. Per accettare, Zingaretti, dovrebbe essere sicuro di vincere, ma questa certezza chi può dargliela, oggi?

Guarda il video della tv tedesca sull’aggressione al premier

Turismo, Italia.it: “In Liguria c’è anche il mare”

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Italia.it, gli addetti ai lavori: “Sito lacunoso e impreciso”

Liguria. La nuova versione online del sito italia.it – portale ufficiale del turismo italiano – con le sue “lacune” che riguardano la nostra regione (e non solo), incassa inevitabilmente qualche critica di cittadini e “addetti ai lavori”.

Anche su Facebook e su Friendfreed, social network dove è tuttora in corso una discussione tra esperti e operatori turistici che Roberta Milano, esperta in web marketing per il turismo dell’Università di Genova, sta monitorando. “Opinione dominante – dice – è che si tratti di un restyling (di stampo un po’ antico) senza miglioramenti sostanziali. La Liguria, nello specifico, è indubbiamente descritta in modo riduttivo, non si trovano link esterni al sito nemmeno a quelli istituzionali, l’unico capoluogo che ha una pagina dedicata è Genova (e solo in italiano)”.

“Dopo una decina di righe descrittive dei nostri boschi e della vita mondana si trova scritto: “Altra grande risorsa della Liguria è il mare”. Ad oggi, nel bene o nel male, il segmento balneare rappresenta nettamente la nostra principale attrazione. Relegarla in fondo non la trovo una grande scelta. Inoltre tra le località citate in seguito troviamo nell’ordine: Portofino, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Sestri Levante, Baia del Silenzio, Chiavari.Sanremo, Bordighera e Alassio, Portovenere con l’isola Palmaria e Lerici In sintesi una sola località del savonese. Mi sembra un po’ poco per la provincia che vale il 41% delle presenze turistiche dell’intera Liguria. Se poi si utilizza il motore interno “cerca Italia” in lingua inglese, mettendoci cioè nei panni di un turista straniero, alla parola “italian riviera” con cui è conosciuta all’estero la Liguria, la nostra regione appare solo in quinta posizione dopo Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Lazio”.

Pare inoltre che non sia stato richiesto l’aiuto da parte delle regioni per completare il sito. Una mancanza che, evidentemente, ha porttao a queste lacune

Prosperini: Tangenti anche per vendita navi all’Eritrea

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GIUSTIZIA&IMPUNITÀ | Gianni Barbacetto

Il suk del Pirellone

20 dicembre 2009

Gli affari dell’assessore Prosperini: tangenti non solo per le tv ma anche per la vendita di navi all’Eritrea

Nelle tv locali faceva le sue interminabili teleprediche contro gli immigrati, da rimandare a casa loro “cunt el camel”, con il cammello. Nel suo ufficio di assessore al turismo della giunta Formigoni, invece, aveva aperto un suk africano dove contrattava tangenti insieme ai funzionari del governo eritreo (che tra i loro progetti avevano anche un investimento a Massawa di Paolo Berlusconi). Pier Gianni Prosperini ora è in cella, accusato di corruzione, turbativa d’asta e truffa alla Regione Lombardia: per una stecca di 230 mila euro pagata sul suo conto in Svizzera da Raimondo Lagostena, patron di Odeon tv, in cambio di un appalto da 7,2 milioni in spot promozionali del turismo lombardo; e per aver fatto pagare alla Regione altri 200 mila euro per suoi spot e programmi elettorali su Telelombardia e Telecity. Ma i maneggi del pittoresco personaggio passato dalla Lega ad An non si limitavano alle tv locali, dove era uno dei volti più presenti, con le sue interminabili tirate contro neri, zingari, omosessuali e comunisti.

No, le tresche con le principali reti televisive del nord Italia erano solo trucchi per far pagare alla Regione (cioè ai cittadini) le sue debordanti presenze in video. Gli affari veri erano altri. Uno è già stato individuato dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal sostituto Paolo Storari: una tangente del 5% sulla vendita di otto pescherecci dei Cantieri navali Vittoria al governo eritreo. Dall’azienda italiana è partito 1 milione di euro versato a una società offshore intestata al fiduciario svizzero Domenico Scarfò, che faceva da intermediario e prestanome di Prosperini.

È l’unico affare di Prosperini l’Africano? È quanto stanno cercando di verificare i magistrati milanesi, che ipotizzano per lui “e altri” il reato di corruzione internazionale. Intanto il centrodestra milanese fa quadrato attorno a Pier Gianni. Vigorosa la difesa di Ignazio La Russa, diventato il riferimento politico di Prosperini e della sua Nordestra, la sigla che si era inventato dopo la sua rumorosa uscita dalla Lega. Quanto al presidente della Regione Roberto Formigoni, è riuscito a dire che “Prosperini è innocente come Alberto Stasi”, il fidanzato di Chiara Poggi appena assolto per l’omicidio di Garlasco. Lo si vedrà nei prossimi mesi.

Intanto però un testimone (il responsabile dei Cantieri Vittoria) racconta non solo di aver pagato l’assessore, ma anche di aver visto con i suoi occhi che il Crociato, il difensore dell’Occidente, il Castigaimmigrati aveva trasformato il suo ufficio al Pirellone in un suk popolato di funzionari eritrei dove si mercanteggiavano percentuali e tangenti. In anticamera, intanto, altri imprenditori italiani facevano la fila per altri affari. Come la vendita di 380 camion comprati dall’Eritrea grazie a un prestito del governo italiano: 36 milioni di dollari a basso tasso d’interesse e a lungo termine. I camion avrebbero dovuto servire per progetti di sviluppo del paese, ma c’è chi è convinto che siano invece finiti all’esercito.

Prosperini era diventato un personaggio chiave per i rapporti tra Italia ed Eritrea, uno dei paesi più poveri dell’Africa, ma anche uno dei meno liberi. Isayas Afewerki, dopo aver capeggiato la guerra di liberazione degli eritrei contro l’Etiopia del dittatore Mengistu, si è a sua volta trasformato in un dittatore feroce. Nel settembre 2001 ha fatto letteralmente sparire in una notte undici ministri e dirigenti, accusati di tramare contro di lui. L’ambasciatore italiano Antonio Bandini, in rappresentanza anche dell’Unione europea, si permise di presentare una lettera di protesta contro quegli arresti arbitrari e contro la chiusura dei giornali indipendenti. Fu espulso dal paese, senza alcuna reazione da parte della Farnesina. Del resto, il comunista Isayas piace molto a Silvio Berlusconi, che lo ha ospitato nella sua villa in Sardegna. Piace anche a Roberto Formigoni, che lo ha più volte ricevuto al Pirellone.

In questa nobile gara a chi è più amico del dittatore, Prosperini è diventato una sorta di ambasciatore non ufficiale dell’Italia in Eritrea, grande mediatore di tanti affari. A proposito degli undici fatti sparire dal regime, ha dichiarato: “Sono dei traditori dell’Eritrea. È meglio che non si sappia dove sono, altrimenti, se li dovessero giudicare, li dovrebbero fucilare”. Il più grosso dei progetti italiani in Eritrea coinvolge Paolo Berlusconi, il fratello del presidente del Consiglio. La sua Italcantieri spa aveva ideato la costruzione di un intero quartiere di ville a Massawa, sulla costa da cui si parte per le incontaminate isole Dahlak. È stato abbattuto il vecchio quartiere e sbancato un tratto delle banchine, con un danno urbanistico irreparabile.

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ARRESTATO PROSPERINI, ASSESSORE REGIONALE LOMBARDO

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(Un vecchio manifesto elettorale di Prosperini, ora in quota PDL)

articoli correlati: Prosperini apprende del suo arresto in diretta tv

Milano, arrestato l’assessore regionale Piergianni Prosperini

In carcere anche Raimondo Lagostena Bassi, proprietario di Odeon tv

L’assessore regionale allo Sport e al turismo della Lombardia, Piergianni Prosperini, eletto in quota Pdl, è stato arrestato dalla Guardia di finanza nell’ambito di un’inchiesta sugli appalti condotta dal pm Alfredo Robledo.

La tangente. Al centro dell’inchiesta c’è una tangente di circa 230mila euro che sarebbe stata versata su conti correnti elvetici intestati a società fiduciarie riconducibili a Prosperini.

Gli altri arrestati. Con l’assessore sono stati arrestati anche Raimondo Lagostena Bassi, proprietario di Odeon tv, e Massimo Saini, della Publicis, una società di consulenza di comunicazione. L’ inchiesta condotta dai militari della Guardia di finanza, riguarda presunte irregolarità sulla gara d’appalto 2008-2010 per la promozione turistica in tivù del turismo in Lombardia. I reati contestati a vario titolo sono distrazione di fondi, turbativa d’asta, truffa.

La difesa di Formigoni. “Sono certo che Prosperini saprà dimostrare la sua estraneità e la sua innocenza, di cui non ho motivo di dubitare. E confido che la giustizia, a cui va lasciato compiere il suo corso, saprà arrivare a conclusioni certe in un tempo molto rapido”. Lo scrive in una nota il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, appena appresa la notizia dell’arrest.

(la repubblica 16 dicembre 2009)

ATTENTATO AL PREMIER, IL DUOMO DI MILANO “ESPULSO DAL PDL”.A RISCHIO ANCHE IL PANETTONE BASSO

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(Un’immagine difficilmente replicabile quest’anno)

DI WILDGRETA

C’era da aspettarselo, nella lunga lista degli “istigatori” di Tartaglia, non poteva non entrare anche il Duomo di Milano, che avrebbe tradito, secondo fonti PDL, il premier.Non bastava Tettamanzi, adesso ci si è messo anche il Duomo…Intanto il Pirellone sorride, perchè sa che nessuno si sognerebbe mai di ridurlo a souvenir, piuttosto meglio una innocua cartolina di Formigoni, che verrà   “spedita”, ma mai “lanciata” nella prossima campagna delle elezioni regionali. La Rete, in attesa di essere stritolata dai solerti ministri del governo, si diverte a fare satira.Ed ecco, quindi, spuntare su Facebook la fan page della “Statuetta del duomo di Milano”. Finchè dura… Anche il panettone basso, quello tipico milanese, avrà vita difficile in questo Natale all’insegna di bollettini medici, riposi, spostamenti del premier e “pianti” a Porta a Porta. Per sicurezza, i fedelissimi del PDL, come Capezzone , Bondi e Cicchitto, opteranno per un panettone “alto” delle Tre Marie, mentre i leghisti si tufferanno sul pandoro  di Verona, città fedele al credo delle camice verdi. Chi certamente riuscirà a trovare memorabile questo Natale, però, sono gli aquilani: hanno appreso dall’anestesista del premier che , nonostante l’attentato, Berlusconi passerà il Natale a Coppito, per continuare ad essere vicino ai terremotati. Si è affezionato, e non può star loro lontano.E così, nell’anno horribilis dell’Abruzzo, l’unica consolazione per questa popolazione martoriata, sarà quella di poter raccontare ai posteri di aver trascorso tutti i weekend post sisma, i ponti delle festività, i tagli a nastro,  la Pasqua, il G8, qualche giorno d’estate e, soprattutto il Natale, insieme al Presidente del Consiglio.Non è roba da tutti, eh?

Avviso: Questo blog condanna l’attentato a Berlusconi, e qualsiasi forma di violenza.Il presente articolo è satirico e non vi è nulla di vero, a parte la notizia che il nostro premier Silvio Berlusconi, nonostante le precarie condizioni di salute, trascorrerà il Natale all’Aquila. Anche nella citata “fan page della statuetta”, si condanna con forza il vile  gesto dello psicolabile Tartaglia. Un unico appunto a don Verzè, quando ha ricordato a Berlusconi che Gesù disse, “Dio perdonali, perchè non sanno quello che fanno”.Penso che nel caso in questione, la frase vada modificata in questo modo, “Dio perdonalo, perchè non sa quello che fa”

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OBBLIGATI AD AMARLO

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Di Wildgreta

Nella surreale discussione che si è sviluppata in seguito all’attentato a Silvio Berlusconi, crea sconcerto che il PDL abbia colto la palla al balzo per indicare come mandanti dello squilibrato Tartaglia, una lista di oppositori del premier e del suo governo che si allunga di ora in ora: siamo partiti da Di Pietro, poi si è aggiunto Ingroia, e poi come un’onda da campionato di surf, ecco Travaglio, Borsellino, Facebook, Internet, Rosy Bindi, l’intera opposizione , i quotidiani nemici del governo, Annozero, l’Espresso, i partecipanti al No berlusconi Day (90.ooo per la questura, un milione per gli organizzatori), eccetera, eccetera. Tutte queste persone, per il solo fatto di opporsi a Berlusconi e al suo governo, sarebbero per il PDL, i “mandanti dell’attentato”.

E’ un vero peccato che finora “nel clima di odio scatenato da certi poteri e da certi politici”, siano stati colpiti solo alcuni extracomunitari  in terre leghiste, perchè se invece fosse stato colpito un leader dell’opposizione, anche di secondo piano,  per mano di uno squilibrato qualsiasi, forse non saremmo qui a difenderci dall’accusa di essere un po’ tutti noi “I mandanti” dell’attentato al premier.

Personalmente condanno la violenza, qualunque tipo di violenza e trovo gravissimo che il Presidente del Consiglio non possa fare a meno dei bagni di folla, con tutti i rischi che questi comportano. Nella storia sono centinaia le persone famose colpite da squilibrati, ma mai le idee sono state  indicate come mandanti dei tanti squilibrati che si sono scagliati contro personaggi famosi.

Perchè allora si dovrebbe dare ragione a Di Pietro, quando ribalta il concetto dicendo che è stato lo strapotere arrogante del premier a provocare una reazione sconsiderata nella mente di uno squilibrato.Ma qui non vogliamo dare ragione a Di Pietro, per il semplice motivo che quella sua frase ha dato il là ad un dibattito dall’evoluzione paradossale, che potrebbe portare ad una ulteriore restrizione della libertà di espressione .Una frase inutile, o perlomeno detta  male, che ha servito su un piatto d’argento un’arma fantastica al Pdl.

Tanto che la sceneggiata è continuata oggi alla Camera, quando il PDL ha lasciato sdegnosamente l’aula,mentre  prendeva la parola Di Pietro. Il PDL può tollerare i 100.00 fucili di Bossi, ma non le parole di Di Pietro.Può tollerare l’odio razziale di Gentilini, ma non le parole di Di Pietro. Può tollerare Noemi, le 50 ragazze, lo scandalo Tarantini, i parlamentari inquisiti o già condannati, ma non Di Pietro. Il PDL oggi si è rifatto il look: da partito che ha azzerato il parlamento a suon di fiducia,  ha assunto le sembianze di una timida debuttante che arrosisce per una parola troppo volgare per la  sua età e il suo status.

Avevamo visto i nani, ora, finalmente, sono arrivate le ballerine.

autore Wildgreta-15 dicembre 2009

No all’arresto di Cosentino: felicità tra i banchi della maggioranza

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La Giunta per le Autorizzazioni a procedere della Camera respinge la richiesta di custodia cautelare. Il Pd attacca: «Decisione grave»

ROMA No di Montecitorio alla richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Napoli per il sottosegretario all’Economia e coordinatore del Pdl in Campania, Nicola Cosentino.

L’aula della Camera ha infatti approvato, con 360 sì e 226 no, la decisione della Giunta per le Autorizzazioni che respingeva la richiesta di autorizzazione a procedere alla custodia in carcere per concorso esterno in associazione camorristica. Pd e Idv si erano espressi a favore della richiesta della Procura mentre l’Udc aveva lasciato libertà di coscienza. Nel pomeriggio l’assemblea esaminerà le mozioni presentate da Pd, Idv e Udc con la richiesta di dimissioni di Cosentino.

Seduto nell’ultima fila dei banchi, a pochi posti di distanza dal legale del premier Niccolò Ghedini e dal presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno, Cosentino riceve, subito dopo il voto, gli abbracci e i baci dei colleghi della maggioranza che attraversano l’emiciclo pur di andare a congratularsi con lui per lo scampato arresto chiesto dai magistrati napoletani. Francesco Pionati lo stringe in un abbraccio affettuoso, mentre Mario Landolfi gli stringe calorosamente la mano. Ma la processione dei deputati, soprattutto campani, è lunghissima e lui sorride felice a tutti.

Il no della Camera all’arresto di Nicola Cosentino «è un’ulteriore pagina nera della vita del Parlamento italiano. Che senso ha costituire una Bicamerale su le ecomafie se poi dopo aver accertato responsabilità importanti della politica nel malaffare che riguarda il traffico illecito dei rifiuti in Italia, in nome di un’aberrazione della politica stessa si nega alla magistratura l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’On Cosentino?». Lo dichiara Alessandro Bratti, capogruppo Pd in commissione Bicamerale sui rifiuti.

«Le relazioni fra camorra e politica – prosegue Bratti – sono fortemente comprovate da indagini puntuali, non si tratta di essere giustizialisti; il tema è complesso ma è una grande contraddizione l`esistenza di una proposta di scioglimento di undici comuni campani per non aver rispettato il decreto rifiuti della Campania e – conclude – la negazione dell’autorizzazione a procedere nei confronti di un parlamentare».

la stampa 10 dicembre 2009

ARRESTI MAFIA 5 DICEMBRE, GENCHI: UNA MESSINSCENA

Nel filmato che segue, pubblicato su Youtube, Gioacchino Genchi parla degli arresti di mafia avvenuti lo scorso 5 Dicembre:

Per Genchi gli arresti sarebbero parte di una messinscena: Nicchi dimorava in un appartamento vicino a Palazzo di Giustizia, un appartamento nomale, non di certo un covo come siamo abituati a pensare; Nicchi mandava i cosiddetti “pizzini” via sms, quindi se ne deduce avesse un’utenza telefonica cellulare da chissà quanto tempo, ergo era facilmente intercettabile; invece Fidanzati è un boss 73enne, certamente ancora attivo nello spaccio di droga e mandante di un pestaggio mortale contro il genero Giovanni Bucaro, reo di far soffrire la figlia del boss, ma oramai lontano da Palermo da anni. Genchi dice che i poliziotti che hanno fatto queste catture si sono “vergognati” per esser diventati parte di “uno schifo, perchè hanno organizzato una messinscena davanti alla questura, portando le persone loro, con i pullmann, per organizzare quell’apparente solidarietà alla polizia”. Genchi si riferisce alla claque che si era radunata davanti alla questura a beneficio delle telecamere (un signore portava in grembo persino un neonato)

In questo video, anche esso presente su youtube, si vede come l’assembramento di persone davanti alla questura era già in atto al momento dell’arrivo delle auto della polizia. Sembra quasi una sfilata:

si è rinnovata una consolidata tradizione della polizia di Palermo: ogni volta che un ricercato di spicco viene assicurato alla giustizia, viene aperta la finestra della stanza del dirigente della sezione ‘catturandi’ della Squadra mobile palermitana e uno scampanellio annuncia ufficialmente alla cittadinanza l’avvenuto arresto di un boss.
Altro rituale, durante il trasporto in questura le vetture con a bordo i mafiosi passano di proposito in via Notarbartolo passando per l’albero Falcone, “una forma di rispetto e omaggio nei confronti del magistrato assassinato in un agguato di stampo mafioso”. Il questore Marangoni a tal proposito ha ribadito,” passiamo da li di proposito perchè chinino la testa in segno di rispetto.

Naturalmente in questo post non si vogliono criticare le manifestazioni di giubilo (anzi, ben vengano), bensì si vuol dimostrare la falsità di alcune ricostruzioni (leggasi TG1) che hanno venduto come “spontanea” la folla che si era radunata sabato davanti alla questura di Palermo. In realtà, come si evince dal titolo stesso del video apparso su youtube, i cori erano opera di un gruppo di persone facente parte della associazione culturale Addiopizzo:

Addiopizzo è un movimento aperto, fluido, dinamico, che agisce dal basso e si fa portavoce di una “rivoluzione culturale” contro la mafia. È formato da tutte le donne e gli uomini, i ragazzi e le ragazze, i commercianti e i consumatori che si riconoscono nella frase “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità” (fonte: http://www.addiopizzo.org/chi_siamo.asp).

Ciò non toglie nulla al valore degli arresti, tuttavia alcuni dubbi permangono e debbono essere avanzati:

1) in primis, sulla presunta non rintracciabilità di questi due latitanti;

2) secondo, sulla genuinità della manifestazione di giubilo (ovvero: come funziona esattamente? chi avverte i volontari di Addiopizzo delle catture? oppure, se non vengono avvertiti, se ne stanno davanti alla questura ogni volta che arriva una volante? Sono le domande – scusate – di uno come me che non conosce questo sistema di cose).

Fidanzati fu condannato a sedici anni nell’ambito del maxiprocesso, ne ha scontati tre in Argentina, poi estradato in Italia, è rimasto in carcere fino al 2006, anno in cui è tornato libero. Insomma, è entrato nella hall of fame dei ricercati dopo esser uscito di galera. Aveva scontato tutta la pena, nel 2006. Il re del narcotraffico internazionale. Quando è uscito, l’Arenella, il suo mandamento, era di proprietà dei fratelli Lo Piccolo (poi catturati nel 2007). Ha dovuto emigrare al nord. Là ha ricominciato dove aveva lasciato. Ci sarebbe da farsi alcune domande sul fatto che questo pericoloso “latitante” non avesse nemmeno obbligo di firma.
Nicchi, invece, il boss emergente non era poi così ben visto all’interno di Cosa Nostra. Secondo un pentito, i fratelli Lo Piccolo lo volevano mettere “in orizzontale”. Era diventato in poco tempo il rappresentante unico del boss Nino Rotolo, capomandamento di Pagliarelli, la cui famiglia detta di Borgo Vecchio, era la più povera fra le famiglie mafiose del palermitano. In ogni modo, nonostante fossero stati tolti di mezzo i Lo Piccolo, Nicchi era inviso a molte famiglie mafiose. Quel che è certo è che nessuno lo ha coperto per una sua eventuale fuga prima della cattura. continua a leggere

No B-day, Boom di adesioni. In piazza anche Moretti e Rosy Bindi.

Fra poche ore la manifestazione anti-premier: è boom di adesioni

Ad Antonio Di Pietro che accusa il Pd del no della Rai alla diretta, la Bindi risponde: «Le piazze non si strumentalizzano. Si deve andare senza bandiere e senza polemiche. Sennò è inutile andarcene. Le piazze non si strumentalizzano. Se si scende in piazza per attaccare una forza di opposizione è meglio stare a casa. L’iniziativa è partita con il tam tam della rete. E si deve andare senza bandiere, senza polemiche. Sennò è inutile andarcene. Avevo dichiarato giorni fa -prosegue Bindi- che, se non fossi stata presidente del Pd, sarei andata. Ecco ora ho risolto il mio conflitto di interessi. Ci saranno molti dei nostri. Non solo la dirigenza ma anche tanti elettori e aderenti del Pd. E da presidente del Pd devo rappresentare anche loro. Ci sarò perchè ci sono loro, la nostra gente. Devono sentirsi a casa loro nella piazza e nel Pd». Ci sarà anche Ignazio Marino in piazza domani: «Da quando esiste, il Governo Berlusconi non ha fatto altro che tentare di smantellare i principi di unità, di solidarietà, di uguaglianza che sono alla base della convivenza di un paese democratico», afferma Marino.

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