CEI: CON CRISI PIU’ DISUGUAGLIANZE
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ROMA – A seguito della crisi economica, in Italia il tessuto sociale si va “sfilacciando”, e le disuguaglianze “aumentano, invece di diminuire”: è l’allarme lanciato dalla Conferenza episcopale italiana nel comunicato finale della sua assemblea generale. “Nessuno ignora il pesante impatto della sfavorevole congiuntura economica internazionale, di cui non si riesce a cogliere ancora esattamente la portata – si afferma nel comunicato della Cei – né si intende minimizzare l’impegno profuso da chi detiene l’autorità. Resta però evidente – denunciano i vescovi – che i costi del difficile momento presente ricadono in misura prevalente sulle fasce più deboli della popolazione”.
DISOCCUPATI NON SIANO CONSIDERATI SOLO ESUBERI
La crisi occupazionale preoccupa i vescovi italiani che oggi sono tornati a ribadire che il termine “esubero” non tiene conto “di un tessuto sociale che va sfilacciandosi, a motivo delle disuguaglianze che aumentano invece di diminuire”. I lavoratori non possono essere trattati come una “futile zavorra”, aveva detto nella sua introduzione all’assemblea, svolta dal 25 al 29 maggio, il presidente della Cei, card.Angelo Bagnasco, e il comunicato finale, diffuso oggi, conferma ed estende quelle valutazioni. La crisi colpisce pesantemente i più deboli, le famiglie e quanti perdono il posto, dicono i vescovi. “Di qui l’esigenza – rileva il comunicato – di avviare una prossimità ancora più concreta al mondo del lavoro, non limitandosi a riproporre modelli del passato, ma – aggiunge il comunicato riprendendo la prolusione di Bagnasco – come “segno di un’attenzione nuova verso la profonda relazione tra la fede e la vita”. In questo senso va letto il Fondo di garanzia per le famiglie numerose promosso dalla Conferenza episcopale, un “seme di speranza” – lo definisce il comunicato – per chi abbia perso l’unica fonte di reddito. La preoccupazione per il mondo del lavoro è stata espressa dal card.Bagnasco anche in recenti interventi, e lo stesso Benedetto XVI ha manifestato la sua apprensione per i disoccupati durante la sua visita a Cassino (Frosinone).
INSUFFICIENTI RISPOSTE DI ORDINE PUBBLICO
Di fronte al fenomeno migratorio,i vescovi italiani ritengono “insufficiente” “una risposta dettata dalle sole esigenze di ordine pubblico”, e “irrunciabili” due “azioni convergenti” volte, da un lato, a impedire che i popoli dei Paesi poveri siano costretti alla fuga, dall’altro a favorire l’integrazione attraverso una educazione alla legalità e alla multiculturalità. Occorre perciò evitare – si legge nel comunicato finale dell’assemblea annuale dei vescovi, diffuso oggi – “il formarsi di gruppi chiusi” e preparare “‘patti di cittadinanza’ che definiscano i rapporti e trasformino questa drammatica emergenza in opportunità per tutti”. Il naturale spirito di accoglienza degli italiani, “memori del loro passato di emigranti” potrebbe non bastare – avvertono i vescovi – e “suonerebbe retorico l’elogio di una società multietnica, multiculturale e multireligiosa se non si accompagnasse con la cura di educare a questa nuova condizione”. In questa logica, la Cei ha deciso di dotarsi di un osservatorio nazionale specializzato, con il compito di monitorare il fenomeno e ha invitato le parrocchie a diventare “luogo di integrazione sociale”. Leggi il seguito di questo post »
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