INCHIESTA ROMEO: MOSSA DEI PM PER UTILIZZARE INTERCETTAZIONI DEI PARLAMENTARI INDAGATI

Parlamentari indagati, il pm: niente privilegi

LEANDRO DEL GAUDIO Una mossa difensiva da parte della Procura. Una mossa decisiva per salvare parte delle intercettazioni della voluminosa inchiesta sul Global service. Questa mattina, il pool di magistrati che indagano sul sistema dei presunti appalti col trucco solleveranno un’istanza di legittimità costituzionale. L’occasione è di quelle che contano: l’udienza camerale dinanzi al gip Paola Russo, che deve decidere sulla possibilità di usare le intercettazioni telefoniche che riguardano due parlamentari – Lusetti (Pd) e Bocchino (Pdl) – coinvolti nella presunta associazione per delinquere finalizzata a favorire l’imprenditore Alfredo Romeo. Sarà il pm Enzo D’Onofrio (che indaga assieme ai colleghi Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli) a depositare un’istanza di incostituzionalità della legge che disciplina l’uso delle intercettazioni che coinvolgono esponenti del Parlamento. Sul tavolo del gip le cosiddette intercettazioni indirette, quelle in cui i due deputati vengono ascoltati mentre conversano con altri indagati, le cui utenze erano sotto controllo. Chiaro il ragionamento della Procura: chiedere al Parlamento l’uso di intercettazioni indirette è «un privilegio irragionevole», dal momento che le conversazioni in questione emergono da attività di indagine su utenze di normali cittadini. Domani si discute il caso Lusetti (difeso dal penalista Massimo Krogh), mercoledì tocca a Bocchino (difeso dall’avvocato Ettore Stravino). Dopo l’eccezione della Procura, il gip ha una doppia strada: girare gli atti alla Corte costituzionale o inoltrarli al Parlamento. Intanto, è una settimana impegnativa sul fronte delle indagini. Saranno ascoltati come potenziali testimoni personaggi di primo piano del panorama politico nazionale. A cominciare da Antonio Di Pietro, l’ex ministro alle Infrastrutture, contattato pochi giorni fa dai pm napoletani, in merito alle telefonate che riguardano il figlio Cristiano Di Pietro (non indagato, consigliere provinciale a Campobasso) e l’ex provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise (agli arresti domiciliari per i presunti con Romeo); poi toccherà probabilmente all’ex ministro alla Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni e a Ciriaco De Mita, entrambi non indagati ma citati in alcune conversazioni intercettate. Una settimana delicata, dunque. Anche a giudicare dagli altri esiti di un’inchiesta che si muove su più binari. A cominciare dalla revoca dei domiciliari degli ex assessori Di Mezza e Laudadio, alla luce delle cessate esigenze cautelari dopo il rimpasto in giunta comunale. Altra mossa del pm è attesa invece dinanzi al Riesame, dove sarà discussa l’istanza di revoca degli arresti domiciliari dell’ex assessore Giuseppe Gambale. Una posizione centrale – stando al ragionamento dei pm – per il rapporto triangolare con l’imprenditore Romeo e con il tenente colonnello della Guardia di Finanza Vincenzo Mazzucco, accusato di aver rivelato parte dell’inchiesta allo stesso immobiliarista. Ed è su questo ruolo che i pm hanno dato l’ultima accelerata.IL MATTINO 12 GENNAIO 2009

Alitalia, Pedica (Idv): Moratti conferma incapacità governo

POL – Alitalia, Pedica (Idv): Moratti conferma incapacità governo

Roma, 12 gen (Velino) – “Anche la Moratti ha confermato l’incapacità del governo a gestire la vendita Alitalia, e a meno di 24 ore dall’avvio della Cai, ne ha dichiarato già la morte societaria”. Lo dichiara in una nota il senatore Stefano Pedica, capogruppo dell’Idv in commissione Affari esteri, Emigrazione, che continua: “Certo che le trattative non sono andate bene, perché penalizzano il nord. Nessuno parla dei dipendenti, dal Pd da pochi giorni si è udito un tenero risveglio, ma hanno altro da pensare. Loro pensano ai congresi, a farsi del male da soli, al paese ci pensiamo noi dell’Idv, che da 8 mesi stiamo denunciando repressioni, prevaricazioni, illegittimità di un governo che vuole normalizzare il paese”. Infatti, prosegue Pedica, sono “tutti a sbracciarsi per difendere gli affari, hub del nord o hub del sud, tutti i politici di destra e di sinistra oggi lottano per gli affari, ma non sono mai intervenuti alle manifestazioni con i dipendenti per frenare le ruberie e gli accordi illegali perpetuati ai danni dei lavoratori durante questi mesi. Chi stava al Loft, chi stava soft, mi chiedo se provano un po’ di vergogna, ma sicuramente no – sottolinea il senatore dipietrista – visto che ci sono abituati alle assenze trasversali. Fanno demagogia ma non si rimboccano le maniche come il sottoscritto e Antonio Di Pietro che da mesi siamo ogni giorno con chi soffre”.

“Finalmente è venuta a galla la vera truffa – continua Pedica – quella truffa che avevamo denunciato da tempo, e cioè che per salvare Air One e Banca Intesa, gli ‘amici della Cai’ si sono incassati i 300 milioni di euro dallo Stato e nominato 16 soci di cui 10 indagati o condannati per truffa e mazzette. Aspettano ora per fare cassa dopo l’arrivo della compagnia straniera, guarda caso l’Air France, che, guarda caso resta quella del governo Prodi”. Questa operazione, conclude l’esponente dell’Idv, “ha portato, per il disegno scellerato di Berlusconi, capo dell’operazione illecita, tre miliardi di perdite allo Stato, e cioè un ulteriore debito per i contribuenti Italiani, una Cassa integrazione straordinaria che verrà pagata sempre dal cittadini, e 10 mila licenziamenti con famiglie disperate a partire da questo mese”.

(iL VELINO com/sis) 12 gen 2009 15:50

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