
La trasferta a Teramo per diventare professore. La casa con sconto dall’ente. Il rudere che si muta in villa. Le assenze in Europa e al Comune. Ecco la vera storia del ministro anti-fannulloni
di Wildgreta
Vi consiglio di leggere con attenzione l’articolo de L’Espresso sul “Fanfurbone” Brunetta. Da lì si evincono tante cose tra cui quella che le bugie che continuano a raccontare tutti i nostri politici al governo hanno davvero superato i limiti consentiti. Mentre dicono alla gente che non si può spendere aumentano le loro consulenze, le trasferte, ripristinano i viaggi di stato per tutti, il cumulo delle pensioni, e tante altre cose. Ci scatenano contro l’esercito, per poter confondere e distrarre l’opinione pubblica e fare con tranquillità il proprio comodo. Hanno preso in giro anche chi li ha votati, non se ne sono accorti?
Ecco uno dei commenti sul sito del L’Espresso e, di sguito, l’articolo:
Il Ministro Brunetta ai sensi dell’art. 4 quater del DL 97/2008- convertito con L.129/2008-, entro e non oltre il 31/10/2008, far approvare il regolamento attuativo delle norme sul contenimento della spesa pubblica, approvate nell’ultima finanziaria del Governo Prodi (commi 44/52 di cui all’art. 3 L.244/2007) . Tali norme dovevano limitare e rendere più trasparenti i compensi elargiti dalle pubbliche amministrazioni e dalle società “pubbliche” non quotate (tetto agli importi, pubblicazione sul web dei compensi etc) Dolo o amnesia? ( Inviato da newindipendent il 13 novembre 2008 alle 18:10)
Che furbetto quel Brunetta
di Emiliano Fittipaldi e Marco Lillo
La prima immagine di Renato Brunetta impressa nella memoria di un suo collega è quella di un giovane docente inginocchiato tra i cespugli del giardino dell’università a fare razzia di lumache. Lì per lì i professori non ci fecero caso, ma quella sera, invitati a cena a casa sua, quando Brunetta servì la zuppa, saltarono sulla sedia riconoscendo i molluschi a bagnomaria. Che serata. La vera sorpresa doveva ancora arrivare. Sul più bello lo chef si alzò in piedi e, senza un minimo di ironia, annunciò solennemente: “Entro dieci anni vinco il Nobel. Male che vada, sarò ministro”. Eravamo a metà dei ruggenti anni ’80, Brunetta era solo un professore associato e un consulente del ministro Gianni De Michelis.
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