Questa è la versione originale, l'unica, irripetibile ultima performance del team di creativi di Berlusconi. Dove gli impiegati sorridono, i pasticceri infornano, la gente è fiduciosa nel futuro perchè...Silvio c'è
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Berlusconi: «Di Pietro malvagio, Veltroni insulso». Tutti i commenti al 25 ottobre
26 ottobre 2008 — wildgreta
Pd: il governo ascolti la società, il consenso crolla
Il leader Idv: «Il cavaliere non sopporta le persone libere. Io e Walter? Sulla stessa linea». Il premier: niente rapporti con questa opposizione
ROMA (26 ottobre) – Il giorno dopo la manifestazione del Pd, e mentre continua l’estenuante guerra sul numero dei partecipanti, il premier Berlusconi attacca senza mezzi termini: questa è la sinistra delle frottole, Veltroni ci lasci lavorare.
Berlusconi: Veltroni si rassegni, ha perso. «Non sono riuscito a vedere le immagini della manifestazione – ha detto Berlusconi – Ho sentito solo le dichiarazioni della Questura di Roma e non posso che dire, come hanno già detto altri, che questa è la sinistra delle frottole, delle invettive, delle calunnie. Veltroni si dovrebbe rassegnare: ha perso, e per cinque anni non c’è più niente da fare. Invece di fare manifestazioni, dovrebbe andarsi a riposare, per prepararsi a fare una bella campagna elettorale tra cinque anni, ci lascerebbe così lavorare meglio e con più profitto per gli italiani. Questa è l’opposizione che sfortunatamente ci troviamo e con la quale avremo il solito rapporto. Se vorranno unirsi a noi per votare i provvedimenti nell’interesse del Paese, sono i benvenuti. Lo stesso se ci saranno suggerimenti che consideriamo utili per il Paese. Ma tutto questo fa parte del libro dei sogni: finora abbiamo ricevuto solo critiche infondate».
«La più grande dimostrazione democratica c’è stata il 13 e 14 aprile». «Quella di ieri è stata una dimostrazione certamente democratica, nulla da eccepire, eccetto sulle cifre – dice Berlusconi – Ma la più grande dimostrazione democratica c’è stata il 13 e il 14 aprile, quando alle urne il Paese ci ha dato una grande maggioranza, e noi siamo obbligati e impegnati a realizzare il nostro programma».
«Niente rapporti con un’opposizione di questo genere». Al premier è stato chiesto se si avvarrà del contributo dell’opposizione per affrontare la crisi economica. «Con una opposizione ragionevole e democratica sì – ha risposto Berlusconi – ma non con una opposizione del genere. Con questa è assolutamente impossibile».
«Abbiamo il 72% dei consensi». «Abbiamo vinto le elezioni. Si rassegnino e lascino perdere – dice il premier – Noi facciamo cose di buonsenso. I sondaggi sono ottimi e ci dicono che c’è piena approvazione delle cose che abbiamo fatto in questi primi mesi di governo. Il consenso su di me è al 72%».
«Stanco di rispondere alle insulsaggini di Veltroni». A chi gli chiede di commentare le parole di ieri di Walter Veltroni, secondo cui l’Italia è migliore di chi la governa. «Sono stanco di rispondere a insulsaggini come questa».
«Spero che il Pd non si allei con un uomo malvagio come Di Pietro». «Spero di no» risponde Berlusconi quando gli viene chiesto di commentare il fatto che Pd e l’Italia dei valori sembrebbero prossimi a un riavvicinamento. Berlusconi ritiene sbagliato recuperare un rapporto «con un uomo malvagio come Di Pietro che ha messo in galera 15 cittadini che poi non sono stati rinviati a giudizio. Rimettersi in alleanza con un uomo che sbraita in modo così forsennato, va a disdoro di chiunque lo facesse».
Di Pietro: il premier non sopporta le persone libere. «E’ il classico atteggiamento della volpe che, non riuscendo a prendere l’uva, dice che è acerba – ribatte Di Pietro – Berlusconi prima ha cercato di comprarmi, offrendomi di fare il ministro, e poi ha cercato di fermarmi per via giudiziaria. Ma siccome entrambi i tentativi sono andati a vuoto, adesso mi attacca e dice che non vado bene e sono un malvagio. Allora perché a suo tempo mi propose di fare il ministro? E perché le ha provato tutte pur di avermi nella sua squadra? La verità è molto più semplice: non sopporta le persone libere che non vogliono sottoporsi a lui».
Veltroni: il governo farebbe bene ad ascoltare la voce della società. «Il governo farebbe bene ad ascoltare la voce della società italiana – ha detto Walter Veltroni – Noi vogliamo spendere il buon risultato della manifestazione di ieri a favore del Paese, delle piccole e medie imprese, degli operai, dei lavoratori, dei loro salari e stipendi, della scuola. Ieri c’è stata la più grande manifestazione di un partito in Italia negli ultimi anni, come hanno rilevato i giornali italiani e internazionali. E la cosa bella è che è stata una manifestazione serena, senza odio. Vogliamo far capire al governo che ascoltare la società e ascoltare l’opposizione è un dovere. L’Italia è un paese che ha un immenso talento, una immensa voglia di lavorare e di intraprendere, e che avrebbe bisogno di un governo che lo accompagnasse. In realtà, il governo si è occupato solo del sistema bancario: nulla per l’economia reale, quella che sta cominciando a pagare i prezzi più alti e che rischia di essere messo in ginocchio».
Veltroni: impressionante il calo di consenso del governo dal 60 al 42%. Veltroni ha definito «impressionante il calo di consenso» del governo che, secondo un sondaggio di Renato Mannheimer pubblicato oggi dal Corriere della Sera, è stato del 18% dai primi di settembre: dal 60 al 42%. Intervistato dal Tg1, il segretario del Pd ha detto che «è fisiologico» l’altro dato registrato dal sondaggio, e cioè che, mentre i consensi per il governo calano, non aumentano quelli verso l’opposizione. «In tutte le stagioni politiche – ha affermato – c’è una prima fase in cui chi governa perde consenso, ma l’opposizione non guadagna. La cosa impressionante è la dimensione della caduta di consenso del governo: 18 punti percentuali in un mese e mezzo. La manifestazione di ieri ha dato l’impressione di quella marea umana, come l’ha chiamata un giornale francese, che chiede al governo qualcosa di diverso. Io penso che il governo farebbe bene, invece di usare i toni della contrapposizione, ad ascoltare la voce della società italiana».
Di Pietro: il leader Idv rilancia l’alleanza con il Pd. Antonio Di Pietro, intanto, rilancia la possibilità di un’alleanza tra Pd e Idv per le prossime elezioni in Abruzzo e sottolinea i punti d’unione con il Pd: «Alla manifestazione di ieri ci sentivamo a casa nostra, e Veltroni ha detto le stesse cose che dissi io a piazza Navona» sono due dei passaggi chiave di questo tentativo di riconciliazione. «Ieri abbiamo partecipato alla manifestazione del Pd in modo deciso perché ci sentivamo a casa nostra – ha detto il leader dell’Idv, intervistato da Lucia Annunziata a “In mezz’ora”- Nel discorso di ieri Veltroni ha detto le stesse cose che ho detto io a piazza Navona: ora le dice una persona di buon senso e tutti se ne accorgono. A Berlusconi gli dai un dito e lui si prende un braccio».
«In Abruzzo ottime possibilità d’accordo con il Pd». «Ho appreso oggi che stanno lavorando alacremente e abbiamo ottime possibilità di andare insieme – ha detto Di Pietro a proposito della possibilità che Idv e Pd vadano insieme alle elezioni per l’Abruzzo – Prima dell’Abruzzo si vota in Alto Adige, dove siamo già insieme. In Abruzzo ci auguriamo avvenga la stessa cosa, vogliamo stare tutti insieme. Lì si vota non perché io ho il mal di testa, ma perché una parte della classe dirigente del Pd è finita in galera. Noi chiediamo che questi facciano un passo indietro e non si candidino. L’Idv ha messo a disposizione il miglior candidato per l’Abruzzo, mentre il Pd non ha indicato nessuno». Quanto alla candidatura di Di Iorio, emersa ieri, il leader del Idv ha domandato ironicamente: «Ma lui lo sa? Una candidatura non si tira fuori dal cappello. Costantini nasce da anni di impegno sul territorio. Spero che capiscano che già facciamo una corsa in salita: se poi candidiamo gente inquisita diventa difficile. A che serve tirar fuori un secondo candidato se dopo una verifica sul territorio tutti sono tutti felici e contenti? E poi cosa è questa storia: che se il candidato è il loro va bene, se è nostro non va bene?».
«Non ho nulla da rimproverare a Veltroni». «Non ho nulla da rimproverare a Veltroni: lui ha impostato la sua opposizione in un modo, io in un’altro perchè sapevo non ci si doveva fidare. Oggi abbiamo ritrovato un modo di operare anche sul metodo identico – ha detto Di Pietro – A me interessa far sapere agli elettori che noi stiamo dall’altra parte rispetto a Berlusconi, non a Veltroni. La decisione presa dopo le elezioni di formare due gruppi parlamentari separati fu presa di comune accordo, e in questo ha sbagliato Veltroni a sostenere il contrario. A inizio legislatura Veltroni avrà legittimamente pensato che dopo lo scorso governo, in cui aveva pensato a se stesso, ora Berlusconi avrebbe pensato agli italiani: invece pensa ancora a sé. E’ bene che Veltroni si sia accorto, dopo averci provato, che non è possibile dialogare con quella persona».
«Per il premier il Parlamento è come se non esistesse». «Berlusconi? Pensa che il Parlamento sia roba sua – dice Di Pietro – Ha un’idea della democrazia in cui il Parlamento è come se non esistesse, dove c’è solo gente che deve alzare la mano a comando e obbedir tacendo. Ma non è così e io voglio farglielo capire. Berlusconi vuole svuotare il Parlamento, ma anche ridurre ai margini i magistrati, mettere il bavaglio all’informazione. Così si va verso la dittatura. Io glielo ripeto tutti i giorni e lui non vuole sentirselo dire…».
«Decidono tutto Berlusconi e Tremonti, il resto è coreografia». «Nel governo decidono tutto Berlusconi e Tremonti e le voci dissonanti sono solo coreografia – dice Di Pietro – Tutte le decisioni fin qui prese dal governo sono state fatte all’interno del ministero dell’Economia, con l’appoggio di Berlusconi. Il resto è solo contorno».
«Vigilanza Rai: il candidato resta Orlando, Berlusconi non l’avrà vinta». «Leoluca Orlando resta il candidato presidente della commissione di Vigilanza Rai, non dell’Italia dei Valori, ma di tutta l’opposizione – ha detto Di Pietro – Come per la verità hanno sempre detto sia Veltroni che Casini. La guida di un organo di garanzia va scelta dall’opposizione. Io voglio farlo capire a Berlusconi, non cederò a questo che considero un ricatto, un’estorsione politica. Il presidente della Vigilanza non lo farò scegliere a lui: preferisco cadere in piedi che cedere; le battaglie politiche si possono giocare e perdere, ma non truccare. Io non la truccherò e andrò avanti fino alla fine. Il Parlamento non è “roba” di Berlusconi: adesso o mai più dobbiamo farglielo capire che non è così, che deve rispettare l’opposizione».
«Lodo Alfano: porteremo due milioni di firme per il referendum». «Abbiamo già superato le 500mila firme necessarie per chiedere il referendum – dice Di Pietro – Ma per noi, al di là di tutto, si tratta di un momento di confronto con gli elettori. Vogliamo portare almeno due milioni di firme in Cassazione per far sapere che c’è un’altra Italia rispetto a quella del governo Berlusconi».
«L’Idv è come il formaggio sulla pastasciutta». L’Italia dei valori è per il Pd come il formaggio su un piatto di pastasciutta ha detto Di Pietro alludendo al modo complementare di fare opposizione che possono avere Idv e Partito democratico. E’ importante che nell’opposizione gli
elettori sappiano che si può scegliere tra un piatto di pastasciutta e un piatto di pastasciutta con il formaggio sopra».
La manifestazione di sabato. Oggi, comunque, è la giornata della riflessione dopo la manifestazione di ieri del Pd Salva l’Italia al Circo Massimo. Continua la guerra di cifre sui partecipanti al corteo. Per gli organizzatori 2,5 milioni. Per la Questura 200mila persone. Funzionari di polizia sul posto avevano parlato di 800mila persone. In casa Pdl si parla di manifestazione flop dal punto di vista dei numeri, ma anche nei contenuti: l’opposizione resta divisa così come aveva annunciato ieri il premier Silvio Berlusconi da Pechino che aveva parlato di «manifestazione per celare le divisioni interne al partito». Plaude alla manifestazione Marco Pannella anche se lamenta il fatto che non si sia affrontato il tema Europa. Ieri in piazza famiglie, studenti, lavoratori tra slogan contro Berlusconi, pro-Obama e cori con Bella Ciao e l’Inno di Mameli per ascoltarr le parole del leader del Pd Walter Veltroni che ha accusato il governo di essere inadeguato proclamando lo slogan Un’altra Italia è possibile e chiedendo al governo di detassare le tredicesime e ritirare il decreto sulla scuola.
Guerra dei numeri. Per Roberto Calderoli «in termini numerici, la manifestazione di ieri è stata un flop». Sui numeri di ieri, dice: «Facciamo che erano 300 mila… . È un flop che non è stato totale solo perché c’è stato il coinvolgimento degli studenti. Però bisogna considerare che c’è un distacco tra il Pd e il suo elettorato che non trova risposte nelle proposte che fanno». Anche il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri parla di flop. «Due milioni e mezzo di persone sono quasi l’equivalente della popolazione di Roma – spiega – Se un numero simile di persone fosse arrivato nella Capitale trasportato dal Pd la città sarebbe stata sommersa con il raddoppio delle presenze. Invece come si è visto non è stato così. Traffico scorrevole e nessun disagio per i cittadini. In realtà si è trattato di un flop».
Il Pd: eravamo il doppio di due anni fa con il Pdl. «Quanti erano ieri in piazza con il Pd? Il doppio di piazza San Giovanni con il Pdl due anni fa». Achille Passoni, senatore del Pd e responsabile della manifestazione del Circo Massimo, taglia corto di fronte alla polemica sui numeri che non si placa. «Il tentativo del Pdl di giocare sui numeri della manifestazione è imbarazzante e ridicolo – dice Passoni – visto che quanta gente fosse presente ieri al Circo Massimo è sotto gli occhi di tutti e si è visto chiaramente da ogni immagine dell’evento. Se la destra vuole ridurre il confronto a un balletto di cifre, faccia pure. La realtà è che i cittadini presenti ieri in piazza erano il doppio di quanti manifestarono a San Giovanni nel 2006».
«La divisione dell’opposizione». Il ministro per l’Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi, parla invece di piazza divisa: «La piazza di Berlusconi due anni fa unì l’opposizione e lanciò il Pdl. La piazza di ieri fotografa una opposizione divisa e impaurita dai successi di Berlusconi. È positivo che D’Alema abbia sollecitato il governo all’ascolto. A questi toni sapremo corrispondere con senso delle istituzioni». Anche per Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia, la manifestazione non annulla le divisioni.
«Nulla di nuovo» per Fabrizio Cicchitto. «È stato – dice il capogruppo del Pdl alla Camera – un normale comizio per l’apertura della campagna elettorale, solo che le elezioni si sono già svolte il 13 aprile scorso e nulla fa pensare che i rapporti di forza espressi allora si siano modificati, anzi se un cambiamento c’è stato questo è peggiorato per il Pd». Cicchitto torna poi sulla querelle relativa ai numeri. «Sparando» la cifra di 2,5 milioni di persone rispetto alle «300mila compatibili con l’ampiezza del Circo Massimo si sono fatti un autogol perché hanno cercato di sostenere un obiettivo molto superiore alla realtà raggiunta, e per un altro hanno mostrato di non sapere di cosa si parla. Infatti, se effettivamente fossero scese in piazza 2 milioni e mezzo di persone, la manifestazione sarebbe dilagata ben oltre il Circo Massimo e avrebbe bloccato buona parte del centro di Roma».
Il percorso riformatore. Per il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino «sarebbe però interessante se il leader dell’opposizione desse il via a quel percorso riformatore interrotto dopo il voto. Potrebbe così isolare l’irresponsabilità dell’Italia dei Valori ed aiutare il Paese ad avviare quella modernizzazione di cui ha bisogno».
Finocchiaro: il Pdl dimostri più rispetto. «Credo servirebbe maggiore rispetto da parte di alcuni settori della maggioranza nei confronti della manifestazione di ieri del Pd – dice Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd – Noi al tempo rispettammo la loro manifestazione. Denigrare continuamente e in qualche modo offendere quella gran parte di Italia che ieri è scesa in piazza con serietà, sobrietà e serenità vuol dire dimostrare un’arroganza davvero fuori luogo. Ieri c’è stato un fatto politico importante per il Paese. Il Pdl ne prenda atto e ne tenga conto: l’opposizione del Pd è forte in Parlamento e nel Paese».
Giudizio positivo di Luciano Violante sulla manifestazione:«Se la gente scende in piazza – ha detto – a manifestare liberamente e pacificamente -ha aggiunto Violante – la democrazia è più forte. Ieri è andata bene. Le immagini le abbiamo viste tutti».
Per Marco Pannella ieri c’è stato «un richiamo mitico». «Altro che 2 milioni e mezzo, secondo me c’erano almeno quattro milioni di persone – aggiunge – Senza contare che, come per tutte le manifestazioni di regime, in tutte le nostre case c’è stata la fornitura e l’ascolto dell’audiovideo, per 30 o 30 milioni di persone…». Critica però la mancanza a un richiamo all’Europa:«Non ho visto – ha detto – una sola bandiera europea. Nessun riferimento all’Europa se non qualche fuggevole e strumentale riferimento a Bruxelles contrapposto alla Roma di oggi. La carta nazional-democratica o demo-nazionalista torna ad essere quella all’interno della quale si chiude la opposizione ufficiale, quella di sua maestà?».
Marco Follini parla di «errore». La manifestazione «lascia del tutto irrisolto il cuore del problema: andare al di là del recinto, parlare a tutti gli altri, conquistare alle nostre ragioni una diversa parte politica» perché, osserva «oltre questa piazza c’è tutto un mondo da convincere».
Il Messaggero 26 ottobre 2008
29 ottobre 2008 alle 20.24
Perchè parla? Perchè?