Alemanno ordina multa a prostitute con minigonna . Suor Bonetti:”Multe e carcere non aiutano”

di Gay.it
Mercoledì 17 Settembre 2008

 
Gay.it - Alemanno ordina multa a prostitute con minigonna cortissima

Un’ordinanza del sindaco di Roma impone multe alle prostitute con gonne troppo corte e ai clienti che contrattano. Ma i poliziotti vanno in crisi: nessuno sa qual è la giusta misura per applicarle.

In attesa che entri in vigore il divieto di prostituzione in strada o in luoghi pubblici previsto dal decreto Carfagna, molti sindaci stanno emanando ordinanze che anticipano il provvedimento della ministra. A Roma, ad esempio, Gianni Alemanno ha disposto multe per i clienti delle prostitute e per le “lavoranti” che operano per strada con vestiti troppo succinti tali da distrarre gli automobilisti.

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Il malumore, però, si fa sentire di più non fra i cittadini o fra le prostitute, ma soprattutto fra chi le sanzioni le deve applicare, ovvero le forze dell’ordine. Nessuno, infatti, ha stabilito i criteri che rendono una minigonna troppo corta o un pantalone troppo attillato il che rende il provvedimento del primo cittadino, di fatto, inapplicabile.

Eppure oggi c’è stata la prima multa. A un cliente, però. Si tratta di un meccanico di 23 anni che sorpreso per la sanzione ha affermato: «È proibito? Ma è una trasgressione innocua, non lo voterò più.» Chi si ferma a contrattare rischia 200 euro, che entro due settimane passeranno a 500 euro. Le stesse cifre che sono previste per chi indossa “un abbigliamento indecoroso e indecente (…) motivo di distrazione per gli utenti della strada e causa di frequenti incidenti stradali”.

http://www.romasette.it/modules/news/article.php?storyid=3766

Ultim’ora: Suor Bonetti: «Multe e carcere non aiutano»

Parla la missionaria della Consolata, impegnata da anni nel contrasto di prostituzione e tratta per conto dell’Usmi da Redattore Sociale

«L’unica cosa che abbiamo da dire è che noi avevamo una legge che veramente aiutava, tutelava e offriva alle tante donne che si trovavano nelle maglie dello sfruttamento la possibilità di poterne offrire». Così suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata impegnata da anni nel contrasto alla tratta per conto dell’Usmi (Unione superiore maggiori d’Italia) commenta l’ordinanza del sindaco Gianni Alemanno contro la prostituzione e, più in generale, le recenti misure del governo su questa questione.

«Avevamo una legge che ci invidiavano tutti, l’articolo 18 (D.lgs 286/98: Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione, ndr) che però negli ultimi tempi non è stata ben applicata», prosegue la missionaria della Consolata. «Si trattava di una legge ottima, che se fosse stata sempre applicata come avveniva all’inizio ci avrebbe permesso veramente di riuscire a recuperare e a dare un futuro a tantissime ragazze». Infatti, spiega suor Eugenia Bonetti, il problema è nato soprattutto perché a un certo punto le questure hanno cominciato ad applicare criteri più restrittivi e a concedere il permesso di soggiorno soltanto alle ragazze che denunciavano i propri sfruttatori e non anche a quello che lo richiedevano per ragioni sociali. «La legge prevedeva il doppio binario – spiega – ma a un certo punto sembrava che esistesse soltanto il binario della denuncia. Per molte ragazze è estremamente rischioso, per loro stesse e per la loro famiglia, arrivare a denunciare i loro sfruttatori».

Insomma, sintetizza la superiora, «avevamo delle buone leggi e ce le siamo lasciate sfuggire perché non abbiamo saputo metterle in atto bene. E invece continuiamo ad aggiungere leggi e leggi che non servono a niente e non risolvono il problema. Infatti da quando è stato emanato l’articolo 18 nel 1998 – prosegue – le associazioni che lavorano sul tema sono riuscite ad aiutare oltre 5mila ragazze». Oggi, invece, «nelle nostre case ci troviamo di fronte a molte ragazze che si fermano anche due anni senza sapere se potranno usufruire o meno dell’articolo 18». E allora, ribadisce suor Eugenia, «la nostra preoccupazione è proprio questa: se riuscissimo a mettere in atto la legge che già c’è, non ci sarebbe bisogno di multe, non ci sarebbe bisogno di altre ordinanze e non ci sarebbe bisogno di protocolli d’intesa. Noi chiediamo solo che la legge sia osservata così come è».

Perché, conclude, «non siamo di fronte a criminali, e le multe e il carcere non aiutano le ragazze. Cerchiamo piuttosto di andare a scovare chi sono veramente i trafficanti e le madame che le sfruttano e guadagnano sulla pelle e sulla sofferenza di queste persone».

17 settembre 2008

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