
Il Suegno, lo yacht di Piersilvio
“Silvio e Veronica escono dalla villa di Paraggi, Piersilvio si affaccia dal “Suegno”, Marina li invita a volare sul”Besame”, poi tutti da Puni, dove la serata è scivolata via tra musiche, applausi, moscardini e gamberi fritti. E la folla acclama”
di Wildgreta
Dedico questo incredibile articolo a tutti gli elettori di Berlusconi. Badate bene: nessuna invidia per lo sfarzo e la profusione di ricchezza sbattuta in faccia alla gente che non ha i soldi neppure per fare una settimana di vacanza. No, la cosa che mi ha colpito è il tono dell’articolo: sembra scritto in regime di monarchia da uno stipendiato del re. Una pagina nera per la testata ligure Il Secolo XIX, stigmatizzata anche dai commenti dei lettori del quotidiano.
Silvio&Veronica, galeotta fu la Piazzetta
27 luglio 2008
Gilda Ferrari Silvia Pedemonte
Mano nella mano in piazzetta a Portofino, come ai vecchi tempi. Sorriso tirato lei, camminata fluida lui. Silvio Berlusconi e Veronica Lario hanno scelto la perla della Riviera ligure per ufficializzare la loro riappacificazione. Le prime fotografie della coppia in Sardegna sono apparse sul settimanale Chi di questa settimana, ma in quel caso si trattava di scatti rubati. L’uscita pubblica di Portofino, invece, è ufficiale e voluta. Dopo le turbolenze vissute negli ultimi mesi, i coniugi più famosi d’Italia hanno deciso che è giunto il momento di dichiarare al mondo l’avvenuta riconciliazione. Ieri il premier ha raggiunto la sua villa di Paraggi poco prima delle otto della sera. È sceso dall’auto scortato, ma insieme a lui Veronica non c’era. Probabilmente viaggiava nella Mercedes dai vetri oscurati che si è infilata in garage senza fermarsi davanti al gruppetto di persone che aspettava il premier per dargli il benvenuto.
Erano da poco passate le nove quando i due sono apparsi in piazzetta a Portofino, mano nella mano. Pantalone morbido, top in seta e giacchino in tinta crema con riflessi dorati lei; camicia blu scuro sportiva aperta sul davanti lui. Veronica sorrideva, Silvio salutava i simpatizzanti che lo acclamavano. I due hanno percorso a piedi il molo Umberto I per raggiungere gli yacht di Piersilvio e Marina senza mai sciogliere l’intreccio delle mani.
Quasi una dichiarazione pubblica che il matrimonio è sopravvissuto alla burrasca. Era l’inizio del 2007 quando la signora Lario affidava alle colonne di Repubblica il suo dolore di moglie umiliata. «Vinco la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo di essere nel corso dei 27 anni trascorsi accanto a un uomo pubblico», scriveva Veronica, «per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti». A quella cena Silvio Berlusconi si era lasciato andare in apprezzamenti espliciti ad Ayda Yespica («Io con te andrei ovunque») e a Mara Carfagna («Guardatela, se non fossi già sposato me la sposerei»), divenuta poi ministro delle Pari opportunità di questo governo.
«A mio marito e all’uomo pubblico chiedo pubbliche scuse», aveva tuonato Veronica, rivendicando per sé il ruolo di «donna capace di tutelare la propria dignità nei confronti nei rapporti con gli uomini». Berlusconi aveva dapprima esitato: una cena con i figli nella villa di Macherio non era bastata a far tornare il sereno. Quindi aveva affidato al Corriere della sera una richiesta pubblica di perdono in 23 righe: «Cara Veronica, eccoti le mie scuse. Ero recalcitrante in privato, perché sono giocoso ma anche orgoglioso». E nel merito: «La tua dignità non c’entra, la custodisco come un bene prezioso nel mio cuore anche quando dalla mia bocca esce la battuta spensierata, il riferimento galante, la bagattella di un momento». Era il 1° febbraio 2007.
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata molta. Premier e consorte hanno deciso di ricominciare da Portofino, con un’uscita pubblica mano nella mano e una cena da Puni, l’amico storico. Percorso il molo Umberto I fianco a fianco, i due sono saliti a bordo del Besame, lo yacht di Marina che aspettava il padre insieme al marito e ai due figli. Il figlio Piersilvio e la fidanzata Silvia Toffanin si sono affacciati dal Suegno attraccato a fianco per salutare il papà. «Venite anche voi di là?», ha chiesto il presidente del Consiglio, e i due sono volati sull’altra barca. Il tempo di scambiare qualche chiacchiera, baciare i nipotini e poi via, di nuovo sul molo ma questa volta tutti insieme per mano: Silvio e Veronica, Piersilvio in calzoni bianchi e la Toffanin in abitino fiorato. I quattro hanno raggiunto Puni, dove li attendeva un tavolo prenotato per le dieci. Al gruppo si è unito Guido Bagatta con signora. Più tardi è arrivata Marina Berlusconi insieme al marito.
La serata è scivolata via tra musiche, applausi, moscardini e gamberi fritti. La seconda luna di miele dei coniugi Berlusconi va in scena a Portofino la sera del 26 luglio 2008. Diciotto mesi dopo lo scambio di pubbliche accuse e scuse. Lui è raggiante. Lei un po’ meno.
Il Secolo XIX 26 LUGLIO 2008
Galleria Fotografica su Repubblica
27 luglio 2008 alle 20.24
[…] Nicola Limodio: […]
28 luglio 2008 alle 20.24
[…] più letti La nauseabonda cronaca del weekend dei Berlusconi a Portofino: tra yacht, piazzette e finto mielePrecari Per Sempre: emendamento finanziaria elimina l’obbligo di assunzione dopo contratti a termine […]
29 luglio 2008 alle 20.24
Il classico esempio di Statali fannulloni in vacanza, alcuni fanno pure il doppio lavoro.
29 luglio 2008 alle 20.24
e con questo? Perdi il tuo tempo a rincorrere il berlusca
29 luglio 2008 alle 20.24
TREMENDO, vergognoso.
Ma visto da qui (io sono di Genova) non c’è da stupirsi. Il secolo XIX sta toccando vette di stupidità e grettezza inimmaginabili.
29 luglio 2008 alle 20.24
Bè, uno con il tuo nickname, non dovrebbe proprio scrivere qui. C’è il Berlusconi fan club, molto più adato.
Per diversamente equilibrata:
non è l’unico giornale stupido di questi tempi, certo che la cronaca di quel week end mi ha lasciato di pietra. Se penso che chi ha firmato l’articolo è convinto di essere un giornalista, c’è da preoccuparsi.
30 luglio 2008 alle 20.24
bè abbiamo sempre avuto una certa attitudine a certe cronache da democrazia sudamericana (non me ne vogliano i sudamericani)