Sgarbi e la combriccola degli ultimi dandy
In giunta con lui a Salemi anche Toscani, Daverio, un principe e il “tintore” della fontana di Trevi
MILANO – La combriccola degli ultimi dandy ha risposto all’appello del condottiero e si è stanziata nel luogo d’elezione. Da ieri Salemi, poco più di undicimila anime in provincia di Trapani, ha la sua giunta superstar guidata da un inarrestabile Vittorio Sgarbi: «La conosceranno in tutto il mondo, sarà l’esatto opposto della Milano voluta da quell’imbecille di Letizia Moratti». Non potendo nominarsi dittatore come qui fece Garibaldi nel 1860 – quando, seppure per un giorno, proclamò la città prima capitale d’Italia – il sindaco si accontenta di un’investitura del 60,7% e «con la benedizione del popolo» elenca i collaboratori, assegnati a «incarichi rivoluzionari » sin dall’intestazione del mandato: ai Diritti umani e alla Creatività il fotografo Oliviero Toscani; al Nulla Graziano Cecchini, l’ex precario che tinse futuristicamente di rosso Fontana di Trevi; alla Cultura-Agricoltura il mercante d’arte Peter Glidewell; all’Urbanistica e al Patrimonio il principe di Raffadali Bernardo Tortorici Montaperto e, infine, altri 4 assessori «autoctoni». «Altro che Billionaire e Costa Smeralda – sorride il sindaco -: con questi luoghi dal fascino gattopardesco sovvertiremo l’establishment politico». Numi tutelari dell’impresa, il critico d’arte Philippe Daverio, neo bibliotecario di Salemi, il magistrato Giuseppe Ayala come «garante della legalità», il guru di Slow Food Carlo Petrini e «la Moratti buona » Milly per il settore gastronomico; la regista Andrée Ruth Shammah e il maestro Gianni Morelenbaum per un Festival musicale dedicato alla cultura ebraica. A Sgarbi arrivano pure gli auguri di buon lavoro dall’amico Alain Elkann, invitato a presiedere la Conferenza delle religioni del 10 ottobre («Evento colossale, da far impallidire l’Onu», prevede il primo cittadino): «Sarò onorato di partecipare. Quando un intellettuale di qualità diventa sindaco è sempre un buon segno». Intanto, in attesa di trasformare Salemi nella «piccola culla siciliana della cultura », lussuosamente alloggiata al Kempinski Hotel di Mazara del Vallo, parte della squadra non nasconde trasporto per il cimento: «Né di destra né di sinistra, siamo tutti attorno a Vittorio – sintetizza Toscani -. In questo estremo lembo d’Italia porteremo l’immaginazione al potere ». L’assessore al Nulla Cecchini raccoglie «la sfida anarchico-libertaria del progetto », ma il più divertito è Daverio: «Non so mai cosa scrivere sui biglietti da visita, mi piace l’idea di averne uno nuovo: Bibliotecario. Ho già in mente molte strade surrealiste per il rilancio. Purché la giunta mi deliberi uno stipendio accettabile, diciamo 300 euro al mese. Altrimenti non sarebbe un incarico serio».
Elsa Muschella
06 luglio 2008
7 luglio 2008 alle 20.24
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