Politica «Non vanno bene né l’inciucio né le larghe intese»Il leader Pd a Radio 24: «Cancelleremo 5mila leggi entro l’anno. Farò i nomi di personalità indipendenti»ROMA – Il nuovo attacco di Veltroni al Cavaliere è sul duello tv, annunciato, smentito, atteso e temuto. «Il candidato alla presidenza del Consiglio ha detto una cosa falsa: che il duello tv non si può fare perché la legge lo impedisce. Dove sta scritto? Non è vero che non si può fare per legge – attacca il leader Pd in un’intervista al programma «Viva voce» di Radio 24 -. Sono sconcertato e da cittadino non lo accetto. In tutti i Paesi europei si fa il duello tv tra i principali candidati, in Italia non si fa dopo che il mio avversario ha detto “io spacco tutto, Veltroni è terrorizzato”, parlando come se si trattasse di un match di boxe alla Rocky, salvo poi non presentarsi sul ring». Non è la legge che vieta il confronto televisivo perché in questi giorni, ricorda il leader del Pd, si fanno confronti tra gli altri candidati. «L’unico che non si può fare è quello tra Berlusconi e me. Berlusconi può dire che non lo vuole ma non che non si può fare per legge, bisogna avere il coraggio di far giudicare ai cittadini. In questo caso la motivazione è peggio della decisione».
BERLUSCONI: INTESA TRA VELTRONI E BERTINOTTI – In un’ora di faccia a faccia con i lettori del sito del Corriere della Sera, Belusconi ha messo in guardia gli elettori di fronte a un possibile accordo postelettorale tra Veltroni e Bertinotti.
IL LEADER DEL PDL: «E’ UN’INVENZIONE» – La replica di Walter Veltroni su un accordo con bertinotti è arrivata poco dopo: «È una cosa assolutamente non vera, inventata, se no non avremmo rotto una alleanza. Correre appresso le stranezze della disperazione altrui – ha aggiunto il leader del Pd – mi sembra impietoso. Non vi è nulla da dire nè su questo nè su cose che vengono dall’antiquariato di questi 15 anni».
FACCIA A FACCIA – Una replica sul confronto tv è poi arrivata dal Cavaliere: «Non so come continuare a spiegarlo, la legge non consente il faccia a faccia con Veltroni, è una legge liberticida e assurda che volevamo cambiare ma l’Udc e Casini ci hanno impedito di farlo» sottolineando che «sarebbero più di 100 i faccia a faccia da fare perché i candidati di qualunque partito avrebbero il diritto di confrontarsi con me e con lui». Il faccia a faccia «è impossibile – ha aggiunto -, sarebbe contro la legge e l’authority interverrebbe immediatamente vietandolo. Invece c’è la possibilità che sia dato uno spazio a me e a Veltroni nello stesso giorno».
«NO INCIUCIO» – Sempre a Radio 24, Veltroni torna poi sugli scenari post-elettorali, già delineati nell’intervista a Newsweek. «Non vanno bene né l’inciucio né le larghe intese. Non so più che fare per far capire che la nostra posizione è molto chiara: chi vince governa e poi – senza larghe intese – le riforme istituzionali vanno fatte insieme. Sarà necessaria una convergenza sulle regole del gioco anche se sento dire che Berlusconi ha cambiato idea sulla concessione di una delle due Camere all’opposizione. Io invece confermo che se il Pd vince assegneremo uno dei due rami del parlamento e le commissioni di controllo all’opposizione».
«VIA 5MILA LEGGI» – Prima preoccupazione del Pd in caso di vittoria – annuncia Veltroni – sarà lo spinoso argomento della semplificazione legislativa. L’annuncio fa quasi impressione: «Cancelleremo 5mila leggi entro il 2008». Nella prima riunione del Consiglio dei ministri – spiega – il Pd presenterà un disegno di legge delega che prevede di abrogare 5 mila leggi entro il 2008 e ridurre tutte le leggi e i regolamenti dello Stato a non più di cento testi unici e non più di mille leggi speciali entro il 2010. L’obiettivo è avere «entro la fine del 2010 non più di 2.200 atti normativi dello Stato, fra leggi e regolamenti al posto degli attuali 90 mila circa». «Con queste misure – spiega Veltroni – si otterrà una riduzione dei costi normativi e burocratici per le imprese che raggiungerà 9-9,5 miliardi annui alla fine del quadriennio 2009-2012 e un effetto positivo sulla crescita economica che si può stimare in un aumento di circa 0,5 punti di Pil all’anno e un risparmio di spesa pubblica a regime di circa 3-3,5 miliardi di euro all’anno». Veltroni spiega così il processo di semplificazione che ha in mente: «In Italia abbiamo 21691 leggi e circa centomila regolamenti, 4500 in Germania e circa 9000 in Francia. Bassanini ha lavorato su un testo radicale di abbattimento del numero delle leggi e delle varie disposizioni che oggi pesano sulla vita dei cittadini. Presentiamo non un auspicio ma strumenti: ovvero un disegno di legge sulla semplificazione e qualità della regolazione». In sintesi: una «svolta radicale» che deve portare a un «Paese più semplice, con meno leggi ma che siano rispettate».
I NOMI – Sulla formazione della squadra di governo, Veltroni torna a dire che farà dei nomi. «Negli altri Paesi i nomi dei componenti del governo si fanno dopo le elezioni, ma penso che prima del voto annuncerò qualche nome di personalità indipendenti, fuori dalla politica, che faranno parte del mio eventuale governo – ha annunciato Veltroni -.Non ci sarà più una coalizione eterogenea, ma un gruppo parlamentare che applicherà il programma. Se faremo male gli elettori ci manderanno a casa. Invece oggi sul tema dell’immigrazione, a due settimane dal voto, è cominciata la sarabanda nello schieramento del centrodestra». Veltroni ha dunque toccato l’argomento del voto agli stranieri per le amministrative, argomento che ha fatto litigare Berlusconi e la Lega. «Il voto agli immigrati alle amministrative è giusto perché serve al processo di integrazione».
LEGGE 40 – Veltroni ha toccato anche altri temi. Come quello della fecondazione assistita, annunciando che il Partito democratico cambierà la legge 40 sulla fecondazione assisitita cercando però «una sintesi» tra le varie anime del partito. A una domanda di Giancarlo Santalmassi che gli chiede se «ritiene giusto che una famiglia con un figlio talassemico non possa fare la diagnosi preimpianto per evitare di avere un altro figlio talassemico», Veltroni risponde: «La mia risposta è no, non è giusto».
ROMA – Infine, sull’iniziativa annunciata dal Cavaliere di un libro sullo sfascio provocato a Roma da Veltroni nelle vesti di sindaco: «Fa parte della propaganda. Ricordo che Berlusconi, quando lui era premier e io sindaco, si sperticava nelle lodi alla città. Ora c’è la campagna elettorale e vale il contrario. Fa parte della commedia dell’arte di una certa politica, nella quale io non voglio entrare».
Corriere della Sera 31 marzo 2008